Una squadra al bivio tra due figure che più diverse fra loro non potrebbero essere

Sembra ormai ridotta a due nomi la corsa per raccogliere l'eredità di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus: Simone Inzaghi e Maurizio Sarri. Due figure che più diverse fra loro non potrebbero essere: pragmatico e più simile ad Allegri il tecnico della Lazio, esponente di un calcio spettacolare e basato su una filosofia ben precisa è il tecnico toscano. Insomma, una Juve al bivio: seguire il solco della tradizione o lanciarsi in una avventura nuova con un allenatore che ha bisogno di tempo e fiducia per poter inculcare nei propri giocatori quei concetti di gioco fondamentali per arrivare poi ad ottenere il massimo dei risultati. Di una cosa è certo l'ormai tecnico uscente Massimiliano Allegri: "Chi subentrerà al mio posto sulla panchina della Juventus avrà una società forte alle sue spalle che gli consentirà di proseguire un percorso vincente che è nel dna della Juventus".

Al momento sia Inzaghi che Sarri sono sotto contratto, rispettivamente con la Lazio e il Chelsea. Nel primo caso, il presidente Claudio Lotito non sembra avere alcuna intenzione di privarsi del tecnico che gli ha appena regalato una Coppa Italia. E trattare con il vulcanico patron biancoceleste – a Torino lo sanno bene – non è semplice. Anche il ds biancoceleste Igli Tare prima del posticipo con il Bologna è sembrato raffreddare l'ipotesi di divorzio tra club e allenatore: "Per noi deve restare, è un laziale dalla testa ai piedi e penso che anche lui voglia la stessa cosa", ha spiegato ai microfoni di Sky Sport. "Nei prossimi giorni ci incontreremo". Strada in salita, dunque. Ecco perché man mano che passano le ore salgono le quotazioni dell'ex 'profeta' del Napoli, che in base ai rumors che arrivano dall'Inghilterra dovrebbe lasciare il Chelsea anche in caso di vittoria dell'Europa League e dopo aver riportato la squadra in Champions League. Contatti sarebbero già stati avviati con entrambi, ma sviluppi sono attesi solo nelle prossime settimane.

Interrogato su come si sta muovendo la Juventus nella ricerca di un nuovo allenatore, chi il club bianconero lo conosce benissimo come Marcello Lippi ha detto: "Tutti si sono fatti la domanda, ed anche io me la sono fatta. Però è anche vero che ci sono delle manifestazioni che non sono ancora terminate. Appena finiranno queste manifestazioni, se l'allenatore della Juve uscirà da una di queste, allora avremmo capito il perché". Il riferimento potrebbe essere a quel Mauricio Pochettino che il 1 giugno si giocherà la finale di Champions League con il Tottenham. Il tecnico argentino ha quell'esperienza a livello europeo e nel gestire i top player che in molti considerano come qualità fondamentali per entrare in uno spogliatoio con i vari Cristiano Ronaldo, Dybala o Bonucci. Ma è anche vero che per 'strapparlo' agli Spurs servono tanti soldi…

Sullo sfondo resta la suggestione Sinisa Mihajlovic, capace di salvare il Bologna con un ottimo girone di ritorno e che, non è un mistero, è sempre piaciuto ad Agnelli per il suo carattere grintoso e vincente. "Gli presenteremo la nostra idea per il futuro, lui qui ci resterebbe volentieri, dobbiamo parlarci e vedremo. Sinisa è qui con noi e ce lo teniamo stretto finché è possibile", ha commentato il ds dei rossoblù Bigon a Sky Sport. Certo che il richiamo della Signora è irresistibile per chiunque. La sensazione, però, che al momento il tecnico serbo sarebbe la 'terza scelta' e che potrebbe tornare in corsa solo se tutte le altre piste battute da Paratici e Nedved dovessero risultare impraticabili. Come quella che porta a Pep Guardiola, destinato a rimanere al Manchester City nonostante il rischio esclusione dalla Champions per le violazioni del fair play finanziario. Il il club inglese, infatti, stando al tabloid 'Sun', è pronto a proporre al tecnico spagnolo un rinnovo condito da cifre da capogiro: per l'esattezza, un quinquennale da 100 milioni di sterline, 114 milioni di euro. Sono giorni caldi alla Continassa, a dispetto di freddo e pioggia, ma per conoscere il nome del nuovo allenatore della Juve valgono le parole di Nedved di qualche giorno fa: "Chi vivrà, vedrà…".

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