Il quotidiano Olè celebro il fuoriclasse del Barcellona, autore della tripletta che ha permesso all'Albiceleste di strappare il pass per il Mondiale in Russia

Ai 2850 metri di altitudine di Quito il cielo sembra meno lontano. E Lionel Messi, dopo l'impresa sportiva compiuta ieri sera nella gara contro l'Ecuador, si trova forse ancora più in alto nel cuore del popolo argentino. Al punto da tirare in ballo accostamenti pesanti che potrebbero far storcere il naso a qualcuno. "All'altezza di Dio", scrive senza mezzi termini il quotidiano Olè celebrando il fuoriclasse del Barcellona, autore della tripletta che ha permesso all'Albiceleste di strappare il pass per il Mondiale in Russia. Un paese intero, a un passo dal baratro a maggior ragione considerando lo svantaggio iniziale maturato dopo appena 40" di gioco, ha omaggiato la 'Pulce' all'indomani della qualificazione alla Coppa del Mondo.

Straordinario, fenomenale, imponente. Difficile trovare aggettivi tanto diversi nel commentare le gesta dell'attaccante di Rosario, che nel momento più difficile si è caricato la squadra – e forse anche qualche milione di argentini – sulle spalle svegliandola dall'incubo di un mancato ingresso al Mondiale. Se il 'Clarin' parla di una "performance indimenticabile", la 'Nacion' definisce "straordinaria" la prova di Messi. E 'Capital' si spinge oltre. "Con un Messi supremo, l'Argentina ha superato l'Ecuador. Quando la pressione iniziava a farsi soffocante – scrive il quotidiano – Il miglior giocatore del mondo ha fatto sentire la propria presenza, mettendo a tacere le critiche una volta per tutte".

Spesso accusato in patria di non offrire con la maglia della nazionale lo stesso rendimento a cinque stelle evidenziato a Barcellona, l'attaccante argentino, che pure con la tripletta di ieri è diventato insieme a Luis Suarez il miglior bomber nella storia delle qualificazioni sudamericane con 21 reti, si è preso la propria rivincita, anche perché "rimanere fuori dal Mondiale sarebbe stata una follia, il gruppo non lo meritava – ha dichiarato la 'Pulce' a fine partita – Qualificarci era la cosa più importante, adesso è passata la paura". Messi si è poi tolto qualche sassolino nella scarpa difendendo una nazionale criticata a volte più del dovuto. "Il team era stato messo in discussione per un po' di tempo nonostante avesse giocato tre finali, quella dell'ultimo Mondiale e due di Coppa America – ha sottolineato – Oggi è un giorno speciale per tutti". E ora l'Argentina punta in alto. "Tutti vogliamo che la Nazionale faccia bene e provi a vincere la Coppa del Mondo – annuncia Messi – Adesso dobbiamo prepararci bene e continuare a migliorarci".

Leo, che si presenterà in Russia a 31 anni compiuti, è consapevole di giocarsi in questo Mondiale probabilmente l'ultima chance per conquistare l'unico trofeo che gli manca nella sua vastissima bacheca: una Coppa del Mondo con la maglia della Seleccion. E, passata la paura, anche il ct Jorge Sampaoli può sorridere. "Messi non è debitore di una Coppa del Mondo all'Argentina. Il calcio deve un Mondiale a Messi – ha dichiarato l'ex tecnico del Siviglia – È il miglior giocatore della storia. Era illogico che non fosse protagonista del torneo più importante del mondo". Gli avversari sono avvisati: a giugno in Russia bisognerà fare i conti anche con l'Argentina di Messi.

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