Il post su Instagram dopo i buu subiti a Cagliari. Raiola: "Servono coraggio e pene severe"

"Il miglior modo per rispondere al razzismo". E' il post su Instagram di Moise Kean, attaccante della Juventus, in riferimento all'esultanza dopo il gol segnato al Cagliari nell'anticipo di martedì. Nell'immagine il giocatore dopo il gol, fermo sotto la curva degli ultrà rossoblù a braccia larghe, in risposta ai buu razzisti che lo hanno bersagliato durante la partita. Ad accompagnare il messaggio, l'hashtag #notoracism. 

A Cagliari gli juventini Matuidi, Kean e Alex Sandro sono stati presi di mira con ululati e versi di scimmia. Dopo il gol del 2-0 firmato da Kean, i cori sono aumentati. L'attaccante ha celebrato il suo gol fermandosi sotto i tifosi avversari e allargando le braccia. Negli stessi istanti si è visto un Matuidi visibilmente innervosito parlare con il tecnico Allegri e fare grandi gesti verso la curva. Il francese ha poi discusso per alcuni momenti con l'arbitro. La partita è stata interrotta brevemente e poco dopo è partito l'annuncio dello speaker dello stadio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

The best way to respond to racism #notoracism

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All'indomani dell'ennesimo triste episodio in campo, Mino Raiola difende Kean e Matuidi e invita le autorità italiane ad avere "coraggio" e applicare pene severe. "Sono con Blaise e Kean, il razzismo è sinonimo di ignoranza, nessuno può e dovrebbe giustificarlo", le parole del procuratore in un messaggio ad AFP.

"Sono orgoglioso dei miei ragazzi e sarò con loro fino alla fine", ha aggiunto Raiola, agente di molti giocatori di alto livello, tra cui Matuidi, Kean, Zlatan Ibrahimovic e Mario Balotelli. "Ci vogliono coraggio e pene severe per chi agisce in modo razzista e chi giustifica il razzismo, in qualsiasi modo. Dobbiamo essere uniti contro il razzismo. Non possiamo essere razzisti e italiani allo stesso tempo", ha commentato Raiola.

Duro anche il commento di Massimiliano Allegri dopo la partita: "Come al solito ci sono degli imbecilli, come ci sono nella vita quotidiana. Non è che bisogna star lì a pensar tanto, è una cosa molto semplice: bisogna cacciarli a vita, non basta dare un anno o due". 

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