La sconfitta, maturata dopo un buon primo tempo, ha messo a nudo alcuni difetti. Per Dybala e Higuain, questione di personalità

Uscire con una sconfitta dal Camp Nou non è certo un dramma. Soprattutto se il ko non scalfisce un cammino ancora lungo e che offrirà molte chance per incamerare punti e conquistarsi la qualificazione. Ma è altrettanto vero che limitarsi ad etichettare la disfatta contro il Barcellona come mero incidente di percorso, magari condendola con la rassegnazione del "dopotutto ci può stare", senza scavare tra le pieghe di un ko che alla vigilia non ci si aspettava, questo sì, così marcato, sarebbe un errore. E questo, ovviamente, Allegri lo sa.

La Signora è scesa in campo al Camp Nou con il giusto atteggiamento, dando ragione alle scelte, sulla carta non prive di coraggio, del tecnico: subito dentro De Sciglio e Bentancur, quest'ultimo all'esordio da titolare. Fino al gol di sua maestà Messi i bianconeri hanno interpretato il ruolo del Barcellona, o quasi, tanto da creare almeno quattro nitide occasioni per passare in vantaggio. Al secondo tiro in porta i catalani invece non hanno sbagliato. Succede, se schieri in avanti il migliore al mondo.

Da quel momento, 44° minuto, sui vicecampioni d'Italia è sceso il buio. Nella ripresa il Barça ha ripreso a fare il Barça, smentendo gli incauti pronostici di chi parla di squadra indebolita dall'addio di Neymar. E i bianconeri, ben lontani dalla versione che nella scorsa stagione proprio contro i blaugrana – si parla di appena sei mesi fa – conquistò il pass per le semifinali, si sono mostrati desolatamente incapaci di reagire. Un passivismo che ha rievocato i sinistri spettri di Cardiff, quando a matare la Signora era stata l'altra regina di Spagna, il Real. Anche in quell'occasione, uno show dove i bianconeri, da un certo punto, si sono limitati a fare da spettatori.

Certamente non il miglior modo di inaugurare la stagione europea, nella quale l'obiettivo sarà ancora una volta quello di acciuffare quella Coppa ormai diventata ossessione. Scorretto rifugiarsi dietro l'alibi delle defezioni – seppur pesanti: Chiellini, Khedira, Mandzukic, gente di lotta e di governo – ed infatti Allegri lo ha chiarito subito nel post-gara: "Se sarebbe finita in maniera diversa con i giocatori assenti? Stasera dovevamo essere più cattivi nelle occasioni che abbiamo avuto. Le assenze non sono un alibi, dovevamo stare in partita anche nella ripresa". E troppo facile dare la 'colpa' ai ricami di Iniesta e ai graffi letali di Messi e Suarez, i fenomeni di un Valverde ancora in attesa che Dembelé dia ragione al maxi investimento fatto dal club.

Loro, i 'marziani', i grandi appuntamenti difficilmente li falliscono. E qui sta la differenza con i top player bianconeri, quelli che sulla carta dovrebbero fare la differenza e trascinare la squadra come succede tra le mura italiche. Al Camp Nou è mancato Dybala, neo numero 10 bianconero, proprio colui che il Barça ha provato a corteggiare, invano, per tappare la falla lasciata dall'addio di Neymar; è mancato Higuain, mai in partita ed annullato dal duo Piqué-Umtiti. Ed è, ovviamente, mancata la difesa, quella che ha fatto le fortune della Signora negli ultimi anni di gioie scudettate: senza Chiellini e con Bonucci volato a vestire il rossonero, al Camp Nou della mitologica 'Bbc' c'era solo Barzagli. Ma anche 'The Rock' non può fare miracoli, soprattutto se a fianco ha il Benatia ballerino visto ieri.

Il problema investe soprattutto la mentalità e la lucidità di fronte all'ostacolo. Le grandi di Spagna hanno messo a nudo uno dei difetti dei bianconeri sul palcoscenico continentale: la tendenza a disunirsi nel momento di maggiore difficoltà. Dai big, Dybala e Higuain in testa, Allegri attende maggiore personalità. La Joya ha la stoffa da leader ma deve 'studiare': è atteso ancora dai test di maturità europei. Il Pipita è sempre in affanno e in versione 'light' se le avversarie si alzano di livello. "Ha iniziato bene ma deve stare più sereno quando gioca queste partite perché ha qualità importanti", ha commentato Allegri sulla prestazione del numero 9.

Il prossimo confronto con il Barça è fissato per il 22 novembre, allo Stadium: c'è tutto il tempo per invertire la rotta, la sfida con Olympiakos e il doppio confronto con lo Sporting saranno importanti per misurare la caratura di questa Juve. E dimostrare se può reggere il confronto con le altre pretendenti al trono

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