Parla il manager che ha messo in contatto il tycoon indonesiano con il gruppo cinese

Tra poche ore il passaggio di proprietà dell'Inter da Erick Tohir alla Suning sarà ufficiale. Tanto che il sito dello Jiangsu, squadra che già appartiene al gruppo cinese, ne ha dato l'annuncio con un hashtag inequivocabile #forzainter. In queste ore di attesa per la conferenza stampa in cui verranno svelati i dettagli dell'operazione, LaPresse ha contattato Andrea Radrizzani, il manager italiano che opera da anni in Oriente e che ha messo in contatto le due parti.

DOMANDA: Radrizzani, la trattativa Suning-Inter è alla stretta finale. Settimane di duro lavoro che hanno portato a un accordo e a una svolta epocale per il club nerazzurro.

RISPOSTA: Ufficialmente non posso rispondere, ma posso dire che a breve ci sarà la comunicazione ufficiale.

D. Per quale ragione Suning ha scelto l'Inter e non un'altra società, ad esempio il Milan?

R. Credo che sia stato molto bravo Thohir a selezionare e attirare l'attenzione di un partner come Suning, che è entrata da poco nel calcio comprando lo Jiangsu FC, ma che ha un piano ambizioso di sviluppo e sono davvero molto solidi".

D. L'Inter, insomma, si arricchisce. Ma perché all'improvviso l'Italia è diventata un obiettivo 'sensibile' per i cinesi?

R. Gli investimenti cinesi, legati ai fondi governativi e privati, non solo investono in Italia e non solo nel calcio ma in generale nello sport, nell'entertainment e nel leisure, come parchi tematici e catene alberghiere. Faccio alcuni esempi: Atletico Madrid ha ceduto il 20% a Wanda; Espanyol, Granada e Aston Villa sono stati acquisiti da imprenditori cinesi; la stessa Wanda ha acquistato Infront, Ironman ed è diventata sponsor strategico di Fifa. Wanda ha acquistato anche case di produzione di film, la stessa Mp & Silva ha ceduto la maggioranza a un JV tra un fondo governativo e un'azienda tecnologica. Il fatto che un gruppo cinese sia interessato a un brand storico e glorioso come l'Inter credo sia naturale. Negli ultimi anni la classe media cinese è cresciuta moltissimo e il governo ha un piano preciso per soddisfare il crescente bisogno di contenuti e attrazioni per il tempo libero e il lifestyle. Ecco perché sport e entertainment sono al centro di questo progetto.

D. La Cina in questo preciso periodo storico può essere vista come il futuro del calcio?

R. Di sicuro rappresenta una grande opportunità e sono convinto che il campionato locale CSL continuerà a crescere e a importare star internazionali. Il calcio, comunque, crescerà pure in Europa, basta guardare i notevoli incrementi dei fatturati dei top club, dei diritti tv in Premier e degli accordi sottoscritti da Manchester United e Chelsea con Nike e Adidas. Ritengo che questa crescita riguarderà anche gli Stati Uniti".

D. Come dice lei, i cinesi hanno una disponibilità economica impressionante ma non appartengono alla categoria dei ricchi scemi.

R. Beh, diciamo che studieranno bene la situazione. Per loro questi investimenti sono strategici per esportare in Cina il nostro know how. E' certo che l'ingresso di nuovi investitori in Italia porterà a una modernizzazione del nostro calcio. Almeno lo spero. Serve più coesione e un approccio diverso per fare crescere il brand di serie A e serie B e non continuare a perdere terreno rispetto a Liga e Bundesliga. I cinesi sono eccezionali nel sapersi adeguare a qualsiasi cultura, è nel loro Dna. Vedrete con l'Inter.

D. Lei avrà un ruolo dirigenziale nella nuova Inter?

R. No, nessun ruolo. Sono molto impegnato nelle mie attività imprenditoriali.

D. Lei è tifoso?

R. Ero molto, molto tifoso. Il tifo è durato fino a quando sono diventato parte attiva dello sport business, poi la passione per il lavoro e l'affetto per le persone che stimo hanno preso il sopravvento e oggi sono contento quando le squadre di amici e partners vincono.

D. Il grande pubblico l'ha 'scoperta' grazie a questa trattativa tra Suning e Inter. Perché ha scelto di lavorare in Oriente?

R. Avevo 28 anni quando ho deciso di partire per Shanghai per aprire il business di Media Partner in Asia perché il mio sogno era quello di distribuire un giorno la serie A in Asia. Oggi posso dire che, grazie a Dio, ho raggiunto molto più del mio sogno. In pochi anni con Riccardo Silva e Carlo Pozzali abbiamo costruito un'azienda con 22 uffici nel mondo, oltre oltre 10.000 ore di live sport distribuito in oltre 200 paesi, con un fatturato che di quasi 1 bilione di dollari nel 2016 e soprattuto ho instaurato partnership importanti con Premier League, Bundesliga, Formula 1, Uefa, Asia Games, WBSC (baseball), Roland Garros e molte altre organizzazioni sportive. E prego che il sogno continui con i nuovi progetti che sto sviluppando per far emergere Play For Change. Si tratta di una piattaforma sociale, che attraverso i media e lo sport, sostenga l'educazione ed il supporto di bambini senza famiglia. Il gruppo Aser investe principalmente nei settori media e sport, abbiamo interessi in diverse società come MP & Silva, Eleven sport network, Bike channel.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: