Lo scontro è durissimo 

 E' scontro durissimo fra i club di Serie A e l'Associazione italiana calciatori sulla proposta di tagliare gli stipendi, visto lo stop del campionato per l'emergenza coronavirus. Una giornata convulsa ieri, iniziata con l'assemblea della Lega Serie A in videoconferenza che ha portato all'approvazione all'unanimità (ad esclusione della Juventus che aveva già trovato un accordo interno nelle scorse settimane, ndr) di una serie di linee guida sul taglio degli stipendi sia per i calciatori, che per allenatori e di tutti i tesserati. L'accordo prevede una riduzione di un terzo della retribuzione totale annuale lorda (4 mensilità) nel caso in cui non dovesse essere ripresa l'attività. Se invece la stagione dovesse riprendere, la riduzione sarà di un sesto (2 mensilità). Determinante il lavoro di sintesi svolto nelle ultime settimane dal presidente Paolo Dal Pino e dall'ad Luigi De Siervo, ora toccherà ai singoli club definire gli accordi con i propri tesserati. "E' una cosa molto positiva la presa di posizione comune delle società sugli stipendi ed è stato fatto all'unanimità, fatto non banale perché è del tutto fuori dall'ordinario", ha commentato soddisfatto in radio il presidente del Coni Giovanni Malagò.

 In serata, però, è arrivata la doccia fredda: il Consiglio Direttivo dell'Assocalciatori (AIC), riunito ieri nel consueto incontro settimanale, a cui ha fatto seguito una riunione con i rappresentati delle squadre di Serie A, ha ritenuto "irricevibile la proposta avanzata dalle Leghe di A e B giunta oggi". L'Assocalciatori ha sottolineato come "il comportamento delle Leghe è incomprensibile in un momento come quello attuale. La volontà, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l'eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi, è un fatto che fa riflettere sulla credibilità imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficoltà". "Ora capiamo perché non si voleva trovare un'intesa sulle modifiche tecniche all'Accordo Collettivo: la vera intenzione è non pagare", l'affondo durissimo dell'Assocalciatori che, nell'apprezzare la decisione del Governo di includere anche gli atleti dilettanti nel contributo di 600 euro per il mese di marzo, ha poi annunciato l'istituzione di un Fondo solidaristico che possa in questa emergenza aiutare le categorie più in difficoltà tra i nostri associati.

 Dal canto suo, la Lega Serie A ha ricordato che "il coronavirus ha costretto il mondo intero ad affrontare una crisi senza precedenti. L'Italia è tra le nazioni più colpite con una drammatica caduta del Pil del Paese, con milioni di lavoratori interessati dalla misura degli ammortizzatori sociali". La Lega ha sottolineato come "il settore calcio vivrà parimenti una situazione estremamente difficile, anche in caso di ripresa" delle restanti partite di campionato e Coppa Italia, mettendo a repentaglio la tenuta di tutto il sistema, da sempre sostenuto dalla Lega Serie A grazie al contributo mutualistico versato per le serie minori e gli altri sport". Il contesto che si è venuto a creare in seguito all'emergenza coronavirus "richiama tutti ad un atto di forte responsabilità, con i Club pronti a fare la propria parte sostenendo ingenti perdite per garantire il futuro del calcio italiano", ha dichiarato ancora la confindustria del pallone nel comunicato. La Lega ha spiegato quindi che le perdite "dovranno essere necessariamente contenute incidendo sulla riduzione dei costi, la cui principale voce per le Società è rappresentata dal monte salari". L'accordo sulla riduzione degli stipendi, in linea con le azioni volte a diminuire il costo lavoro adottate a livello nazionale e internazionale, è stato definito "necessario per salvaguardare il futuro dell'intero sistema calcistico italiano".

 Sempre nel corso dell'assemblea, i club di Serie A hanno ribadito volontà di riprendere a giocare quanto prima per completare il campionato. La Lega ha confermato che "sta seguendo l'evoluzione dello scenario in stretto coordinamento con UEFA, ECA e FIGC". E' stato però precisato che la ripresa dell'attività riprenderà "senza correre rischi" e "solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno". L'Assemblea riunita oggi ha inoltre analizzato le raccomandazioni per la ripresa di gare e allenamenti delle varie discipline sportive prescritte dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, alla luce dell'attuale situazione di emergenza sanitaria. A tal proposito entro fine settimane la FIGC emanerà le relative norme medico sanitarie.

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