"Quale partita vorrei rigiocare tra Berlino, Monaco e Cardiff? Vorrei giocare… Kiev! Per farlo ripartiremo da Cardiff"

"Mi è dispiaciuto molto che Bonucci se ne sia andato, perché Leo sarebbe stato il futuro capitano della Juventus. Un uomo spogliatoio che nel futuro avrebbe insegnato e trasmesso il dna bianconero". Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, si racconta in una intervista a Premium Sport in occasione del suo 50esimo compleanno. "Però ha fatto una scelta e di questo non ne va fatta una colpa a nessuno: né a lui, né alla società e nemmeno all'allenatore", ha aggiunto. 

"Quale partita vorrei rigiocare tra Berlino, Monaco e Cardiff? Vorrei giocare… Kiev! Per farlo dobbiamo ripartire proprio da Cardiff, ma con rabbia positiva e assolutamente senza ansia. E adesso, magari arriviamo per la terza volta in finale e questa volta la vinciamo". Nella capitale ucraina si disputerà la finale dell'edizione 2017/2018 della Champions League. E a proposito della competizione europea, il tecnico bianconero ha aggiunto: "È una competizione bella e affascinante nella quale, acquisendo consapevolezza nei propri mezzi, la Juventus ha fatto un bel passo in avanti in Europa negli ultimi anni. Dispiace solo che pochi abbiano apprezzato le due finali raggiunte in tre anni. In passato c'era riuscita solo la Juventus di Lippi. Con il tempo, però, magari questi risultati verranno rivalutati". 

Sulle voci di un presunto litigio all'intervallo della finale con il Real, Allegri ha dichiarato: "Non è successo assolutamente niente e mi sono divertito un sacco quando, quest'estate, sono uscite tante voci fantasiose. A volte inventano delle cose che nemmeno in un film riuscirebbero a raccontare, tanto sono incredibili. A Cardiff avevamo giocato un bel primo tempo e nell'intervallo ero preoccupato solo perché avevo due giocatori zoppi, Pjanic e Mandzukic. Nella ripresa il Real, quando ha capito che poteva schiacciare sull'acceleratore, l'ha fatto, come fanno le grandi squadre".

"Andrea Agnelli? Il presidente è giovane, ma nonostante l'età ha grandi idee ed è bravo a miscelare la tradizione di una delle famiglie più importanti d'Italia assieme ai suoi progetti per l'estero. Vuole far diventare la Juventus una delle società più grandi a livello mondiale". Sulla possibilità di centrare il settimo Scudetto, il tecnico ha dichiarato: "Dico solo che il 7 è un bel numero. I ragazzi ormai hanno un dna vincente e soprattutto c'è una grande disciplina, ci sono delle regole da rispettare. Qualsiasi giocatore che arriva alla Juventus, se può dare otto, alla fine riesce a fare nove".

Poi l'elogio a Buffon: "Senza togliere nulla a nessuno, Gigi è un giocatore diverso dagli altri. È così e basta". "Credo che abbia un futuro importante a livello dirigenziale, magari in Federazione. È un uomo con cui mi confronto e che in certi momenti ha comunque bisogno del sostegno dell'allenatore", ha aggiunto il tecnico bianconero. Su campioni come Tevez, Ibrahimovic e Inzaghi: "Carlos era un leader silenzioso, ma quando parlava, le sue parole dentro lo spogliatoio erano sempre pesanti. Ibra è un campione straordinario, il problema è che ogni tanto pretendeva che i suoi compagni riuscissero a fare le cose che faceva lui. Io gli dicevo che era impossibile, che molte cose che faceva lui gli altri nemmeno potevano pensarle. Inzaghi? Un giocatore micidiale: quando arrivava la Champions, lui faceva sempre gol".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata