L'ex difensore di Inter e Sampdoria ricorda il ct della nazionale morto a 84 anni

Il calcio italiano piange Azeglio Vicini, commissario tecnico delle 'notti magiche' di Italia '90, Mondiale concluso dalla Nazionale da lui allenata al terzo posto. Tra gli 11 titolari anche Riccardo Ferri, ex difensore di Inter e Sampdoria, che ha voluto esprimere il suo personale ricordo a LaPresse.

Che rapporto aveva Vicini con voi giocatori?
"Era un rapporto straordinario che nasceva nell'Under 21 e che si è consolidato nel tempo. Per quanto mi riguarda, un legame costruito anno dopo anno, fatto di schiettezza, lealtà e sincerità. Lui era il classico romagnolo che esprimeva tutto in modo molto diretto ma sempre con buon gusto. È diventato un allenatore rispettato da tutti e con il suo lavoro ha dimostrato di meritare quel rispetto fino in fondo"

Come visse Vicini e il gruppo azzurro quel gol beffardo nella semifinale di Italia '90 contro l'Argentina che portò alla sfortunata lotteria dei rigori?
"La cosa bella è che spesso veniamo ricordati come un gruppo trasparente e molto attrezzato, sia dal punto di vista umano che tecnico. Di certo l'amarezza fu tanta, soprattutto perchè eravamo i padroni di casa, ma a detta di tifosi e addetti ai lavori ne siamo usciti a testa alta"

Di quel momento difficile qual è il ricordo più vivo legato a lui?
"Il suo abbraccio, per esprimere l'affetto che aveva nei nostri confronti. Nei suoi occhi era evidente la delusione ma anche l'orgoglio per quello che eravamo stati capaci di fare. Uscivamo sconfitti ma solo sul campo"

Se dovesse descrivere Vicini con tre aggettivi?
"Sensibile, professionale, trasparente"
 

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