Il movimento vuole il climate change al centro dell'agenda del meeting: "I governi continuano a propinarci false soluzioni"

I ragazzi di Fridays For Future tornano in piazza sabato per un corteo di protesta in occasione del G20 di Roma. L’appuntamento è alle 15 a Piramide di Caio Cesto per arrivare fino a Bocca della verità: con loro numerose realtà della Società della Cura, i sindacati di base e gli spazi sociali romani, nonché le delegazioni dei lavoratori della Gkn e Ilva.

Il corteo, precisano ancora gli attivisti, è stato indetto in occasione delle trattative finali del G20. “Durante la preCop di Milano abbiamo sentito tanti bei discorsi, ma ancora una volta ai ‘bla bla bla’ non sono seguiti impegni concreti. I governi continuano a propinarci false soluzioni che permettono alle emissioni di CO2 di aumentare invece che ridursi, ad esempio: gli impianti per la cattura della CO2 a partire dalle fonti fossili o il mercato dei crediti di carbonio – scrivono gli attivisti – a Milano  uno dei grandi temi è stato il Green Fund, i 100 miliardi che le nazioni storicamente responsabili delle emissioni di gas serra si sono impegnati a dare ai paesi in via di sviluppo, impegno ancora non mantenuto. Non devono essere prestiti, ma fondi dovuti per riparare a secoli di colonialismo e sfruttamento, per poter uscire da questa crisi tutti insieme in un’ottica di giustizia climatica”.Friday For Future

Sempre gli attivisti di Fridays for Future continuano: “Il G20 è l’occasione di concretizzare degli impegni per il clima realmente ambizioni e necessari, anche in previsione della decisiva Cop26 di Glasgow dove i paesi stentano a trovare un accordo persino sull’uscita dal carbone che sarebbe dovuta avvenire già anni e anni fa. I danni che stiamo apportando alla biosfera aumentano con ogni mese che passa; quest’estate è stata caratterizzata da disastri ambientali e dall’ultimo report dell’IPCC, l’organo dell’Onu per il cambiamento climatico, in cui è stato ribadito ancora una volta che per restare sotto i +1.5°C dobbiamo agire ora – spiegano i portavoce del movimento – da anni la politica resta sorda agli avvisi della scienza e alle richieste della società, anteponendo al bene della cittadinanza gli interessi delle multinazionali del fossile. Le lancette del Climate Clock, il countdown che segna gli anni che ci restano per evitare gli effetti peggiori della Crisi Climatica, continuano a ticchettare, noi le sentiamo, e vogliamo farle sentire a tutti”, concludono gli attivisti nella nota chiedendo che “l’urgenza che trasmettono quei numeri deve essere messa al centro delle discussioni del G20 e della COP26, non abbiamo più tempo da perdere”.

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