Washington (Usa), 22 ago. (LaPresse/EFE) – Shampoo specifici, drastici tagli e controlli minuziosi del cuoio capelluto non bastano più: contro il ‘superpidocchio’ servono gli antibiotici. Un ricerca condotta dalla Southern Illinois University – i cui risultati saranno presentati ufficialmente la prossima settimana alla conferenza nazionale dell’American Chemical Society – ha mostrato che in 25 Stati americani (sui 30 studiati) i pidocchi non sono più debellabili con i comuni trattamenti, ma servono gli antibiotici.

Kyong Sup Yoon, ricercatore in biologia, ha analizzato i campioni di pidocchi provenienti da 25 Stati e soltanto in cinque di loro ha trovato traccia di resistenza ai piretroidi, le sostanze chimiche più utilizzate negli shampoo e nelle creme per rimuovere il Pediculus humanus capitis. Questi prodotti possono essere acquistati in farmacia senza alcuna prescrizione medica.

La ricerca è giunta alla conclusione che l’utilizzo decennale di questo insetticida ha causato una evoluzione degli stessi pidocchi, che sono diventati resistenti ai piretroidi. Questo fattore potrebbe essere uno dei motivi per cui dall’inizio degli anni ’90 ad oggi è cresciuto esponenzialmente il numero di casi di bambini e adulti colpiti dal minuscolo insetto, nonostante la maggiore disponibilità di trattamenti a disposizione della popolazione.

“Il problema – dice Kyong Sup Yoon – è che quando un prodotto viene utilizzato a lungo nel tempo, si prepara il terreno alla resistenza” del parassita. Il ‘superpidocchio’, infatti, è il frutto di una triplice mutazione genetica al sistema nervoso che lo rende meno sensibile alle sostanze chimiche usate per contrastarlo.

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