Figlio di George e fratello di George W., è il candidato moderato Gop

L'aria della politica, rigorosamente repubblicana, l'ha respirata in famiglia fin da bambino. Figlio di George Bush e fratello di George W. Bush, rispettivamente 41esimo e 43esimo presidente degli Stati Uniti, Jeb Bush è il più piccolo della famiglia a tentare la corsa alla Casa Bianca. Ex governatore della Florida, incarico che ha ricoperto dal 1999 al 2007, inizialmente John Ellis Bush – per tutti Jeb – sembrava avrebbe dominato tra le file dei Gop. Ma, nonostante l'ampio sostegno ricevuto nelle prime settimane dal lancio della candidatura a giugno 2015, le cose non sono andate così e il quasi 63enne si è trovato a dover provare a ritargliarsi uno spazio fra i due emergenti Gop, Donald Trump e Ted Cruz, in testa nella corsa alla nomination.

 

Originario del Texas, in politica il suo nome è legato esclusivamente alla Florida. E più volte, lui che parla uno spagnolo fluente, ha provato ad ammiccare all'elettorato dei latinos, come quando nel 2009 si definì 'ispanico'. Nato l'11 febbraio del 1953 in Texas, Jeb Bush frequenta la facoltà di Lettere e si laurea in Studi latino-americani. Nel 1973 sposa l'attuale moglie Columba Garnica Gallo, messicana, con la quale ha avuto tre figli. È all'inizio degli anni '80 che si trasferisce a Miami, in Florida, e l'ingresso in politica risale al 1984, quando 31enne viene nominato presidente del partito repubblicano nella contea di Dade. Prova a diventare governatore la prima volta nel 1994 (dopo essere stato a capo del dipartimento del Commercio della Florida), ma fallisce. La volta buona arriva invece nel 1999 e viene successivamente riconfermato alla guida della Florida nel 2002. È dunque governatore quando nel 2000 proprio la Florida finisce al centro della controversia elettorale legata alle presidenziali in cui si fronteggiavano Al Gore per i democratici da una parte e il fratello George W. Bush per i repubblicani dall'altra parte: a urne chiuse lo Stato viene dichiarato favorevole ad Al Gore, poi si parla di 'tossup' e infine viene assegnato a George W. per una manciata di voti. In quella occasione Jeb Bush rese una testimonianza volontaria sul suo presunto coinvolgimento nelle irregolarità di voto.

 

Al lancio della sua candidatura a giugno scorso, Jeb ha voluto presentarsi come un personaggio anti Washington con uno spirito attivo, pronto ad applicare i principi conservatori che dice ci avere usato in Florida. "Porteremo Washington, la capitale statica di questo Paese dinamico, fuori dall'attività del causare problemi" e "torneremo dalla parte della libera impresa e della gente libera", ha detto allora Bush. "So come aggiustare questo. Perché l'ho fatto", ha poi aggiunto alludendo alla Florida. Ha voluto presentarsi come alternativa moderata fra i repubblicani in corsa: ha mostrato aperture sulla riforma dell'immigrazione e ha più volte criticato apertamente Donald Trump.

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