Si omette legame ebraico con Spianata Moschee a Gerusalemme est

Il Comitato del patrimonio dell'Unesco ha approvato ieri un nuovo testo che ha fomentato l'ira di Israele perchè, per la seconda volta, si omette il legame ebraico con la Spianata delle Moschee a Gerusalemme est (Monte del Tempio in ebraico). In risposta, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha richiamato il suo ambasciatore all'Unesco per analizzare il da farsi.
Dopo che una settimana fa il Consiglio esecutivo dell'Unesco, formato da 58 Paesi, aveva approvato una risoluzione che ignorava il legame tra l'ebraismo e il luogo sacro che ospita il Muro del pianto, un altro organo dell'organizzazione, il Comitato del patrimonio mondiale, formato da 21 Paesi a rotazione, ha nuovamente rinnovato questa posizione, scatenando l'ira di Israele.

Il documento approvato ieri mantiene la Città Vecchia di Gerusalemme nella lista dei luoghi del patrimonio dell'umanità in pericolo, criticando la gestione di Israele, e si riferisce alla Spianata delle Moschee solo con il suo nome arabo, la Moschea di al Aqsa, e non come Monte del Tempio, ai cui piedi si trova il Muro del Pianto, luogo sacro per gli ebrei.
Un portavoce dell'Unesco ha confermato che la risoluzione del Comitato è stata promossa da Libano, Tunisia e Kuwait ed è stata votata, con scrutinio segreto, con 10 voti a favore, 2 contrari e 8 astenuti. Il Comitato era formato anche da Angola, Azerbaigian, Burkina Faso, Croazia, Cuba, Finlandia, Indonesia, Jamaica, Kazakistan, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Repubblica di Corea (Corea del Sud), Tanzania, Turchia, Vietnam e Zimbawe.

Si tratta "di un'altra votazione assurda contro lo stato di Israele, contro il popolo ebraico e contro la verità storica", ha condannato l'ambasciatore israeliano all'Unesco, Carmel Shama-HaCohen.
In risposta ieri, è stato presentato in Israele, un papiro del settimo secolo avanti Cristo, che reca la più antica menzione non religiosa di Gerusalemme in ebraico. "Si tratta per l'archeologia israeliana della prima menzione in ebraico della città di Gerusalemme fuori del Vecchio Testamento", ha spiegato Amir Ganor, dell'Aia, l'Autorità israeliana delle Antichità, presentando il documento in una conferenza stampa a Gerusalemme.
 

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