Solo nel paese al momento sono state registrate 37 vittime, tra cui bambini

E' sempre stato il paese della 'seconda casa' dei romani. Amatrice è un comune italiano di 2.650 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio. Dal 2015 è entrata a far parte del Club 'I borghi più belli d'Italia'. Oggi, dopo il violento terremoto, è un paese fantasma, distrutto e devastato.

Corso Umberto Primo all'altezza della Torre civica è stato in queste ore il teatro di una scena che si è ripetuta inesorabile: barelle che trasportano corpi senza vita. Su una di queste barelle – racconta un operatore del 118 – anche un bambino di 8 mesi e poi uno di pochi anni morti sotto le scosse di terremoto che ha distrutto il centro. Poi altre due barelle per due uomini  tirati fuori senza vita dalle macerie di case sbriciolate di cu iin certi casi si intravedono gli arredi e persino i quadri appesi  dei pochi muri interni rimasti in piedi.

In una di queste case vicino alla torre civica anche quella di una famiglia che racconta: "Il nostro palazzo della fine '800 che aveva subito alcune ristrutturazioni ha retto e siamo riusciti a scappare. Quello molto più recente non ha retto come la nostra casa. Abbiamo sentito la scossa alle 3.40  circa. Ci siamo prima diretti su corso Umberto primo verso il centro, ma ci siamo resi conto che il centro del paese praticamente non esisteva più . Allora siamo corsi verso l'esterno di Amatrice. E siamo salvi". Sono 4 signori e signore di mezza età accampati sul bordo strada davanti all'ospedale di Amatrice, con 4 sedie pieghevoli rimediate. "Ora aspettiamo di capire dove passeremo la notte, in quale struttura per gli sfollati", dicono  con una apparente inspiegabile calma che forse è solo l'incredulità di essersi salvati in mezzo a tanta morte.

Il paese è famoso per il sugo all'amatriciana. Originariamente il sugo veniva preparato dai pastori con gli ingredienti a loro disposizione sulle montagne quando seguivano al pascolo le loro greggi. Gli ingredienti erano: guanciale a cubetti o fettine sottilissime, pecorino e spaghetti, piatto che veniva tradizionalmente chiamato 'unto e cacio'. Successivamente nel XVIII secolo la ricetta fu ingentilita con l'aggiunta di pomodoro e pochissimo olio d'oliva. Sabato e domenica in paese era prevista la Sagra degli Spaghetti all'Amatriciana.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata