Londra (Regno Unito), 3 mar. (LaPresse/PA) – L’uso prolungato di paracetamolo aumenta il rischio di disturbi gastrointestinali, ipertensione e ictus. È quanto emerge da uno studio di ricercatori britannici del Leeds Institute of Rheumatic and Musculoskeletal Medicine, che hanno analizzato otto ricerche relative all’utilizzo dell’antidolorifico più diffuso nel mondo. Anche se il rischio resta limitato, affermano gli scienziati, i medici dovrebbero consigliare ai pazienti di assumere altri tipi di antidolorifici a lungo termine. Alcune delle ricerche analizzate hanno indicato un legame tra l’assunzione di paracetamolo e un aumento del tasso di mortalità, mentre altre hanno dimostrato una correlazione con il rischio di malattie cardiovascolari e problemi gastrointestinali.

“In base ai dati presentati, crediamo che i rischi reali della prescrizione di paracetamolo siano più alti di quanto non si pensasse”, hanno riferito gli autori della ricerca, guidata dal professore Philip Conaghan. “Non c’è bisogno di un panico di massa, ma le persone dovrebbero essere attente quando assumono il paracetamolo a lungo termine e i medici dovrebbero valutare attentamente quali altri farmaci possono raccomandare ai propri pazienti”, ha affermato Conaghan.

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