"Se una norma scritta male produce sentenze assurde è necessario correggerla per evitare nuovi rischi", ha detto Matteo Orfini

Il reato di stalking non si estinguerà più grazie alla condotta riparatoria o al versamento di una somma da parte del condannato, come invece previsto dalla proposta di legge a tutela degli orfani dei crimini domestici in esame dalla prossima settimana in commissione Giustizia al Senato. A porre la parola fine su una vicenda grave e fastidiosa ci ha pensato il Guardasigilli, Andrea Orlando, che ha trasmesso precise disposizioni all'ufficio legislativo del ministero della Giustizia per dare parere favorevole alla proposta di modifica della legge.

Il parere accoglie quindi l'emendamento presentato dalla senatrice Pd Francesca Puglisi, presidente della commissione contro il femminicidio, che ha così ringraziato il ministro: "Ringrazio il ministro Orlando che ha dato il via libera. Ora la 'palla' passa alle forze politiche: con la 'deliberante' possiamo approvare la legge velocemente. I partiti appoggino subito la correzione". Questa mattina è intervenuto sulla questione anche il presidente del Pd Matteo Orfini, con un post su Facebook.

Ieri, a Torino, una sentenza del tribunale ha estinto il reato di stalking in capo a un uomo in seguito al versamento di 1.500 euro, rifiutati dalla vittima. "La sentenza emessa dal tribunale di Torino in merito al caso di stalking – ha sottolineato Orfini – non punisce il colpevole ma ferisce una seconda volta la vittima. Lo stalking non può essere ricompreso in una logica di giustizia ripartiva". Quindi l'affondo: "Se una norma scritta male produce sentenze assurde è necessario correggerla per evitare nuovi rischi".

Della vicenda si è occupata anche la deputata orlandiana Anna Rossomando, che ha assicurato: "Il Parlamento è già al lavoro su correttivi". La parlamentare Dem ha poi precisato che il reato di stalking nei casi più gravi è procedibile d'ufficio, quindi "non è possibile una sentenza come quella appena emessa a Torino anche se viene risarcito il danno". La norma aveva suscitato le polemiche dell'opposizione. "Avevamo ragione noi, lo avevamo denunciato a luglio – tuonano i Cinquestelle -. All'epoca in tanti avevano minimizzato, in particolare il ministro Orlando e la stessa presidente Ferranti con diversi articoli ed interviste. Si dovrebbero vergognare e chiedere scusa alle vittime invece di scaricare la colpa sui giudici: è la norma e non l'interpretazione ad essere errata. Non hanno scuse, questa offesa alle vittime porta ancora la firma del Partito Democratico". 
 

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