Intervistato nel giorno in cui 67 genitori di Scampia sono stati denunciati perché da mesi non mandavano i figli alla scuola dell'obbligo

L'unico modo per contrastare davvero i "dati drammatici" dell'abbandono scolastico in Italia è rendere la scuola più "interessante" possibile agli occhi degli alunni, e smettere di considerarla come una "contrapposizione tra il sapere e il saper fare". Così il sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi parla, intervistato da LaPresse, nel giorno in cui 67 genitori di Scampia (Napoli) sono stati denunciati perché da mesi non mandavano i figli alla scuola dell'obbligo.

"Da genitore ai genitori dico: la scuola è sicuramente il luogo in cui si impara una competenza, quindi si hanno anche i primi rudimenti che poi serviranno a trovare lavoro. Ma la scuola è anche conoscenza, cioè crescita critica della persona e della sua personalità – prosegue Toccafondi – Nelle classi si forma la coscienza critica dei ragazzi e sarebbe un grave errore mettere in contrapposizione il 'sapere' al 'saper fare', come è stato fatto per decenni in questo Paese".

"Troppo spesso si pensa che i ragazzi siano bamboccioni e svogliati, ma in verità i ragazzi hanno una gran voglia di conoscere il mondo. È la scuola che per decenni si è sempre più allontanata da questa loro volontà di conoscere e cambiare", dice Toccafondi.

"Per combattere l'abbandono scolastico dobbiamo lavorare sulla scuola e non semplicemente lavorare sulla volontà dei ragazzi che, normalmente, hanno una buona volontà se la scuola è interessante – aggiunge il sottosegretario – Anche per questo motivo abbiamo inserito il tema dell'alternanza scuola lavoro nel percorso scolastico degli istituti tecnici e professionali, che sfiorano un abbandono scolastico del 18% contro una media europea del 10%. Interessare i ragazzi e far fare loro esperienze dirette all'interno del percorso scolastico nel mondo del lavoro significa rendere più attraente il percorso scolastico".
"Ma attenzione: è scuola  a tutti gli effetti – sottolinea – solo che alla conoscenza si affianca la competenza cioè il saper fare. Questo pensiamo possa essere una delle risposte al dramma dell'abbandono scolastico".

"La scuola deve accompagnare il ragazzo a scoprire i suoi talenti insieme alle competenze, anche in collaborazione con il mondo del lavoro. Più questo parallelo ci sarà nel mondo della scuola, più i ragazzi scopriranno i loro talenti, siano essi di carattere tecnico, professionale, umanistico – conclude – Penso sia arrivato il momento dopo decenni di dibattito sterile e ideologico, con una disoccupazione giovanile al 44% è un abbandono scolastico al 18% di provare a verificare se questo doppio binario possa aiutare, come io penso, i ragazzi".
 

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