“Provi piacere a vedere bimbi morti in mare” la frase che ha scatenato l'ira del ministro

"Ministro della Mala Vita, quanto piacere le dà veder morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l'odio che ha seminato la travolgerà". Roberto Saviano attacca Matteo Salvini in relazione al caso della donna e del bimbo lasciati in mare dalla guardia costiera libica, dando vita all'ennesimo scontro tra i due. Un botta e risposta incentrato come in altre occasioni sul dramma dei migranti e sulle politiche messe in atto dal ministro dell'Interno, ma che questa volta rischia di avere strascichi non solo sui social. Salvini infatti ha presentato alla questura di Roma una querela per diffamazione nei confronti dello scrittore. "Accetto ogni critica, ma non permetto a nessuno di dire che io aiuto la mafia, una merda che combatto con tutte le mie forze, o di dire che sono felice se muore un bambino", ha scritto il ministro su Facebook.

Ma Saviano non ha nessuna intenzione di fermarsi e oggi, in un'intervista a Repubblica, chiarisce: "Ho sempre criticato e criticherò sempre le idee politiche di Salvini Chi ha interesse a metterla sul piano personale è lui. Sennò che senso avrebbe mettere baci, faccine, carezze, riferimenti all'essere padre come se stesse in una chat di whatsapp. Fa gesti autoritari poi cerca di condirli con il sorriso. Un modo di fare mellifluo che diventa ancora più violento e tenta di linciare sulla pubblica piazza dei social chi non la pensa come lui".

"Il governo del cambiamento – continua – non tollera il dissenso e il dissenso sarà oggetto di persecuzione", attacca, dicendo che "una reazione collettiva non serve per difendere me. Saviano è la persona da colpire per educare tutti gli altri. Questo è un messaggio a tutti gli intellettuali che non stanno tra l'altro prendendo posizione con poche eccezioni. Se artisti, scrittori, intellettuali tacciono è perché hanno paura dei picchetti social, delle allusioni sui loro beni, sulle loro proprietà. Ma oggi è sotto attacco lo stato di diritto. Prima i migranti, poi i rom, poi verrà il turno della libertà di espressione. Le libertà sono cose che interessano solo le élite: questo è il messaggio che si vuol far passare. Al popolo che gliene importa? È quello che sta accadendo in Turchia con Erdogan. Può capitare anche da noi". E sui pentastellati: "I 5 stelle si sono piazzati al potere, lo hanno fatto le loro classi dirigenti, e non hanno alcuna intenzione di mollarlo. Anni per mostrarsi diversi dagli altri, giorni per diventare identici. Alleati di un'organizzazione politica che ha rubato, come dimostra l'inchiesta sui 49 milioni. Eppoi quando ascolto Toninelli tutta questa differenza con la Lega non la colgo".

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