Fassina attacca: Nel Pd comandano ancora i capibastone

"Se ci sono singoli episodi discutibili, gli organi di garanzia li esamineranno, ed eventuali atteggiamenti impropri saranno duramente puniti" ma non si arriverà all'annullamento delle primarie del Pd a Napoli perché "eventuali singoli episodi non inficiano il risultato". Lo dice il presidente del Pd, Matteo Orfini, in una intervista alla Stampa. "Tutte le segnalazioni – assicura – saranno verificate nel merito. Ma solo a scegliere in tre in una stanza non si corrono rischi. E' chiaro che se decine di migliaia di persone vanno a votare, non essendo noi il Viminale, qualche incidente può esserci".

CRITICHE A SPERANZA. "Le primarie – sottolinea Orfini – sono state una bella giornata di democrazia. Non capisco perché un minuto dopo ci debba essere chi, anche dentro al mio partito, mette in discussione la loro efficacia e legittimità". Quanto alle parole di Roberto Speranza della minoranza Pd che ha considerato offensive le parole di Orfini sull`affluenza maggiore nel 2013 perché "c`erano le truppe cammellate dei capibastone poi arrestati", il presidente del Pd dice: "Mi sembra ci sia una certa cinica meschinità nel raccontare l`affluenza a Roma come se non ci fosse stata Mafia capitale. Segnalo a Roberto Speranza che, mentre lui s`è guardato bene dall`occuparsi delle vicende romane, siamo passati nei sondaggi dal 16 al 30%".

ORFINI E LA MINORANZA. "Alla domanda se teme che la minoranza non appoggi davvero i candidati Pd alle elezioni amministrative, Orfini risponde: "Non voglio nemmeno prendere in considerazione l`ipotesi, ma rilevo che nel momento in cui dovremmo buttarci in campagna elettorale inizia una discussione lunare sul congresso anticipato e se il segretario debba essere o meno candidato premier. Cosa c`entra con l`agenda delle città e i bisogni del Paese?".

FASSINA: IL PD DEI CAPIBASTONE. "Provo una tristezza sconfinata", "non è la prima volta che le primarie si risolvono in questo sfacelo. In Liguria fu peggio che a Napoli, per non parlare dell'Emilia Romagna nel 2014 o di Toscana e Umbria l'anno scorso. Le nostre roccaforti", "mi fa ancora più male vedere il clima che si respira nel mio vecchio partito: mi colpiscono le reazioni, la voglia di minimizzare, di rendere fisiologico un dato gravissimo come quello di 40mila votanti a Roma. L'assenza di partecipazione presentato come attestato di qualità". Così Stefano Fassina, leader di Sinistra Italiana e candidato a sindaco di Roma, in una intervista al Giornale. 

ROTTO CON LA PARTE MIGLIORE. Fassina commenta le dichiarazioni di Orfani sulle "truppe cammellate di una volta": "E' questa la cosa più patetica e paradossale. II Pd a Roma sa benissimo come stavano e stanno le cose. Anche perché gli stessi capibastone sono protagonisti pure oggi. La gente che non è andata a votare, il Massimo Bray che pensa di candidarsi contro il Pd – non un pericoloso estremista – sono segnali precisi. Non di nostalgia per Mafia capitale, ma del fatto che il Pd è andato da un'altra parte, ha rotto con la parte migliore di noi", "il partito della Nazione c'è già. E questa cosa qui, vive e lotta contro di noi", "il passaggio decisivo non potrà essere certo il congresso del Pd, bensì il referendum di autunno sulle riforme. Lì si decidono le sorti di Renzi, e quindi le prospettive del partito"
 

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