All'indomani delle primarie si ridefiniscono i rapporti con l'esecutivo. Boschi: Sostegno a Gentiloni

 All'indomani delle primarie Pd si ridefiniscono i rapporti con l'esecutivo. Dopo i timori espressi dagli orlandiani, è Matteo Renzi a parlare, fresco del 70 per cento appena incassato. "Grazie al governo: ci attendiamo molto e lavoreremo a suo fianco con grande convinzione", garantisce. Si pronuncia anche Maria Elena Boschi, fedelissima di Renzi, nel nuovo ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: "Continuiamo a sostenere il premier Paolo Gentiloni – dice – e a lavorare con il Governo di cui faccio parte". Stessa linea di Maurizio Martina, ministro e protagonista del ticket con Renzi: "Il Governo è al nostro fianco. Noi siamo protagonisti di questo sforzo dell'esecutivo", assicura. Smentisce il voto anticipato anche l'ex vicesegretario Lorenzo Guerini: "Assolutamente no – afferma a chi gli chiede se si vada verso le urne -, il sostegno al Governo è un sostegno forte. Renzi lo ha detto. Un Renzi più forte e un Pd ancora più forte fa bene al Governo e al Paese".

Prevale dunque la linea di Dario Franceschini, da sempre il più favorevole al voto nella primavera 2018. "Per anni è stato detto che nel campo del centrosinistra ci mancavano i leader forti, ora lo abbiamo questo è un elemento positivo anche per il governo", è stato il commento del ministro dei Beni culturali, arrivando al Nazareno.

Intanto, a meno di un chilometro e mezzo di distanza dalla sede del partito, nel comitato a sostegno di Andrea Orlando, il Guardasigilli e sfidante di Renzi alle primarie mette le mani avanti: "Andare a votare con una legge elettorale che non garantisce governabilità è un modo di fare danno alle istituzioni e ancora di più all'economia". Ancora più esplicito il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, che avverte: "Spero che Renzi non prenda l'abbrivio per mettere in discussione il governo: abbiamo delle importantissime scadenze. Spero non si ripeta l'idea di una proprietà del partito".
 

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