Los Angeles (California, Usa), 4 set. (LaPresse/AP) – Gli organizzatori della sfortunata tournée di Michael Jackson ‘This is it’ del 2009 erano preoccupati dello stato di salute mentale e fisica della star ed avevano espresso dubbi sulla sua capacità di affrontare la serie di concerti in programma. Lo rivela una serie di email tra il presidente della Aeg Live, Tim Leiweke, altri membri della compagnia che avrebbe finanziato il tour e il direttore di ‘This is it’ Kenny Ortega, pubblicata dal Los Angeles Times. Ortega aveva scritto che Jackson mostrava “forti segni di paranoia, ansia e comportamento ossessivo” e aveva suggerito di trovare “un bravo psichiatra che fornisse la propria valutazione il prima possibile”.

Randy Phillips della Aeg aveva confessato che il cantante era in uno stato disastroso e, scrivendo da una suite dell’hotel londinese di Jackson qualche ora prima di una conferenza stampa, aveva detto: “MJ è chiuso nella sua stanza, ubriaco ed abbattuto”. “E’ spaventato a morte” aveva scritto a Leiweke. Il cantante era arrivato alla conferenza stampa con un’ora e mezza di ritardo ed era apparso sperduto e confuso mentre rilasciava brevi dichiarazioni. Le email ottenute dal Times erano state raccolte per una causa intentata dalla Lloyds of London, compagnia che aveva assicurato lo show per 17,5 milioni nel caso in cui Jackson non fosse riuscito a terminare le 50 performance previste, secondo la quale la Aeg Live aveva mentito sullo stato di salute del cantante e non aveva fornito i dettagli della sua situazione fisica.

“Ho urlato così forte contro di lui che le pareti tremavano. E’ un disastro emozionale paralizzato, pieno di disgusto per se stesso e di dubbi ora che è il momento dello show” aveva scritto Phillips. “Non possiamo essere costretti ad annullare, cosa che MJ proverà a fare perché è pigro e cambia costantemente idea per adattarsi alle sue voglie del momento” aveva risposto a Phillips un dirigente della Aeg, Paul Gongaware. Il cantante non era riuscito a fare le prove per i concerti di giugno e i suoi manager erano preoccupati della possibile necessità di utilizzare del playback. “MJ non è ancora abbastanza in forma per cantare live e ballare allo stesso tempo” si legge in una mail del direttore musicale dello show.

Alcuni manager avevano visto nei trattamenti del dottore Conrad Murray, in seguito condannato a 4 anni di carcere per omicidio involontario, una possibile via di salvezza. Lo scambio di email potrebbe avere un ruolo importante nel processo contro la Aeg intentato dagli eredi di Jackson, che accusano la compagnia di aver contribuito alla morte della star con pressioni morali a prepararsi ai concerti, nonostante le sue condizioni precarie. Il cantante è morto il 25 giugno 2009 per un’overdose di sedativi ed anestetici prescritta da Murray.

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