Sono accusati, a vario titolo, di lesioni, falso e favoreggiamento

Sono 37 i carabinieri indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Massa Carrara su presunti atti di violenza avvenuti in due caserme in Lunigiana, quelle di Aulla e Licciana Nardi. Ai militari gli inquirenti contestano, a vario titolo, i reati di lesioni, falso e favoreggiamento.

Tra gli indagati anche l'ex comandante provinciale di Massa, il tenente colonnello Valerio Liberatori, e i comandanti delle compagnie di Pontremoli e Aulla, accusati di aver "aiutato i carabinieri indagati ad eludere le investigazioni dell'Autorità".  Liberatori, che secondo la Procura si trova in una "posizione marginale" rispetto al quadro complessivo dell'inchiesta, al momento non è più in forze a Massa Carrara, ma è stato trasferito non per motivi legati all'indagine ma per ricoprire un altro incarico altrove.

L'inchiesta, avviata nel febbraio scorso, condusse a giugno all'arresto di quattro carabinieri, tre dei quali ai domiciliari e uno in carcere, mentre per altri otto militari scattarono altre misure cautelari: divieto di dimora e sospensione dai pubblici uffici. Ai quattro che a giugno vennero arrestati, la procura di Massa Carrara contesta a vario titolo, i reati di falso e lesioni per presunti atti di violenza fisica ai danni di un cittadino marocchino con precedenti di spaccio, per la presunta violenza subita da una prostituta fermata e portata in caserma e per la falsificazione di alcuni verbali.

Altri indagati sono accusati di aver falsificato in alcune circostanze il foglio di servizio modificandone gli orari. Prosciolti da tutte le accuse tre carabinieri che erano stati iscritti nel registro degli indagati a giugno.

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