"Mi è dispiaciuto andare via, sono sicuro che avremmo fatto un grande campionato"

"Se mi sono pentito di non aver avuto pazienza questa estate? Non è questione di pazienza, all'Inter si era creata una situazione assurda, sempre più difficile da gestire, c'erano troppe persone che parlavano". Così Roberto Mancini è tornato, in un'intervista concessa a 'La Stampa', sull'addio ai nerazzurri e gli ultimi, tormentati mesi della sua gestione. "Rimpianti? Mi è dispiaciuto andare via, sono sicuro che avremmo fatto un grande campionato. I ragazzi stavano migliorando, la mia Inter si stava preparando a rivincere, ma per lavorare bene serve la fiducia di tutti", ha spiegato il tecnico jesino.

"Quando ho capito che non c'erano più i presupposti per restare? Non c'è stato un momento preciso", ha chiarito. "Diciamo che ho sperato fino in fondo che le cose si potessero aggiustare ma dentro di me sentivo che si era rotto qualcosa. La squadra non era stata costruita male, impensabile che potessimo essere già pronti il 20 agosto". Mancini ha elogiato poi l'attuale tecnico dell'Inter Pioli, "è un ragazzo intelligente e molto preparato", e la proprietà: "Con me i cinesi sono stati perfetti".

Quindi l'allenatore ha difeso il lavoro di De Boer, "ha detto che la squadra non correva ma è inesatto. Però lo perdono perché lavorare all'Inter in quelle condizioni non era facile, non conosceva nessuno, non lo hanno aiutato. Quindi è normale cercare delle scuse. Mi spiace che sia finita male, aveva bisogno di più tempo per ambientarsi". Quanto al futuro, Mancini ha spiegato: "Appena ho lasciato l'Inter ho avuto tre offerte dalla Cina, li ho ringraziati e ho rimandato la questione. Adesso sono più attratto da altri campionati, soprattutto la Premier inglese". Infine un commento sul campionato: "Lo rivincerà la Juventus, ma l'anno prossimo, grazie alla forza di Suning, l'Inter potrà davvero giocarsela alla pari".

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