Roma, 8 mar. (LaPresse/PA) – Era l’8 marzo 2014 quando il volo MH370 della Malaysia Airlines, con 227 passeggeri a bordo e 12 membri del’equipaggio, sparì dai radar, diventando uno dei più grandi misteri dell’aviazione civile. Il relitto dell’aereo non è mai stato trovato. Ecco tutte le tappe della vicenda.

8 marzo 2014. Il Boeing 777 della Malaysia Airlines decolla da Kuala Lumpur , in Malesia, alle 12.41, ora locale, diretto a Pechino. I radar militari lo intercettano per l’ultima volta alle 2.14, quattro ore dopo la partenza, sullo stretto di Malacca. Mezz’ora più tardi la compagnia aerea rivela di aver perso i contatti con l’aereo, il cui atterraggio era previsto alle 6.30.

10 marzo 2014. Le ricerche del Boeing nell’Oceano non portano alcun risultato. Vengono coinvolti 34 aerei e 40 navi di diversi paesi.

13 marzo 2014. Le autorità malesi allargano il raggio delle ricerche, convinte che l’aereo abbia volato ancora dopo aver inviato l’ultimo segnale.

15 marzo 2014. Il primo ministro malese, Najib Razak, annuncia che l’aereo è stato dirottato e che ha continuato a volare per più di sei ore dopo aver perso i contatti con i radar.

8 marzo-24 aprile 2014. L’area delle ricerche viene estesa al Mar Cinese meridionale, allo stretto di Malacca, al Mare delle Andamane e all’Oceano Indiano meridionale.

24 aprile 2014. La fase di ricerca e salvataggio si trasforma in una fase di ricerca e recupero. Viene utilizzato un mezzo sottomarino che copre un’area di 692 per 80 chilometri.

Giugno 2014. Le autorità australiane rendono noto un rapporto nel quale si ipotizza che l’equipaggio del volo MH370 sia morto per una carenza di ossigeno e che l’aereo abbia viaggiato con il pilota automatico.

19 settembre 2014. Dopo quattro mesi di stop, si annuncia che le ricerche subacquee riprenderanno a fine settembre.

Ottobre 2014. Le nuove ricerche subacquee prendono il via utilizzando anche un sonar chiamato ‘towfish’, in grado di intercettare anche piccole tracce di carburante e di trasmettere i dati raccolti alle navi.

Gennaio 2015. Il capitano Simon Hardy, esperto pilota di Boeing 777, suggerisce che l’aereo si trovi nell’Oceano Indiano, fuori dall’area delle ricerche compiute finora.

28 gennaio 2015. Il Dipartimento dell’aviazione civile (Dca) della Malesia dichiara ufficialmente che la sparizione dell’aereo è stata “un incidente”: il Boeing, in base alla relazione conclusiva, dopo avere esaurito il carburante è precipitato a sud dell’Oceano Indiano. Il Dca conferma che le ricerche proseguiranno.

7 marzo 2015. Il ministro dei Trasporti malese, Liow Tiong Lai, annuncia che saranno riesaminati tutti i dati e le ricerche e, se l’aereo non verrà ritrovato entro la fine di maggio, sarà preparato un nuovo piano.

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