Milano, 7 dic. (LaPresse) – “Da questa inchiesta romana emerge una classe politica completamente subalterna alle lobby criminali”. Così Raffaele Cantone, magistrato, presidente dell’Autorità anticorruzione, intervistato da ‘il sole 24 Ore’ analizza l’indagine che sta travolgendo l’amministrazione capitolina. “La novità di questa inchiesta sta nel fatto di aver ipotizzato la corruzione come fatto prevalente nel caratterizzare l’associazione mafiosa rispetto al momento intimidatorio che rimane comunque indispensabile – dice Cantone – e in questo caso a me sembra che l’intimidazione ci sia. Quindi, a legislazione vigente, non si può dire che la corruzione possa essere l’elemento determinante ma la presenza di un contesto intimidatorio qualifica l’organizzazione criminale per quella che è”. “Non c’è nessuna task force – conclude Cantone – ho risposto a una sollecitazione del sindaco Ignazio Marino il quale mi aveva segnalato che ci potevano essere gare sospette. Ho risposto che faremo le verifiche del caso e se ci sono le condizioni procederemo con i commissariamenti”.

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