I protagonisti della tangentopoli lombarda sulla sanità hanno affrontato gli interrogatori di garanzia nei carceri di San Vittore a Milano

I protagonisti della tangentopoli lombarda sulla sanità hanno affrontato gli interrogatori di garanzia nei carceri di San Vittore a Milano. L'attesa era soprattutto per quello che avrebbe detto al gip brianzolo Fabio Rizzi, fedelissimo del governatore Roberto Maroni e ideatore delle riforma sanitaria, arrestato martedì. "Ha chiarito tutta una serie di circostanze, tutto quello che riguarda l'impianto accusatorio. Ha fatto lunghe dichiarazioni ma non ha fatto ammissioni", ha spiegato il suo legale, Monica Alberti, al termine dell'interrogatorio durato circa 2 ore nel carcere di Monza. L'avvocato ha chiesto la detenzione domiciliare per il politico del Carroccio che si è "difeso e ha chiarito punto per punto" con il gip Rosaria Pastore. Niente politica né accenni alla sua carriera, che comunque "sa che è finita". Rizzi ha chiesto solo notizie della compagna, agli arresti domiciliari, e del padre.

Pesanti le accuse a carico dell'ex parlamentare leghista e del suo braccio destro Mario Longo, anche lui interrogato dal gip di Monza nel carcere di San Quirico. Il suo avvocato Roberto Losegno ha spiegato che quello con il magistrato è stato un "colloquio esaustivo ma non ha fatto nessuna ammissione". I due sono accusati di aver creato, insieme all'imprenditrice Maria Paola Canegrati, una sorta di monopolio delle cure odontoiatriche in Lombardia, pilotando gli appalti degli ospedali pubblici a favore delle società dell'imprenditrice di Arcore. Tra Rizzi e Longo, però, l'alchimia nel tempo si era rotta. E se il portaborse dell'ex presidente della commissione Sanità del Pirellone lo chiamava "allevatore di maiali", Rizzi progettava di sciogliere una delle società che li vedevano alla pari. In Italia avevano costituito la Spectre,  oltre alle panamensi 'Ibesti' e 'Inside Out' e l'americana 'More than lux', oltre a società a Dubai e Montecarlo e una presumibilmente con sede in Lussemburgo. Nel frattempo Maria Paola Canegrati, interrogata dal gip di Milano, si è proclamata innocente. "La mia assistita – ha spiegato il suo avvocato  Leonardo Salvemini – e' molto provata.
Studieremo le accuse e ribatteremo per far emergere la verità".
 

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