Roma, 7 feb. (LaPresse) – Al via le consultazioni tra i partiti per trovare una convergenza sulla riforma della legge elettorale. Dopo mesi di ‘dietro le quinte’ la politica si riprende la scena per cancellare il Porcellum. E il ciclo di incontri bilaterali del Popolo della Libertà con le altre forze politiche comincerà proprio con l’osso più duro in tema di riforme delle urne, la Lega Nord. Appuntamento alle 14.30 a Montecitorio con il coordinatore Ignazio La Russa, il vicecapogruppo vicario al Senato, Gaetano Quagliariello, e il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Donato Bruno,che cercheranno di smorzare le polemiche e abbassare i toni, accesi negli ultimi giorni proprio dal padre del Porcellum, Roberto Calderoli, e dall’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Da Bergamo infatti Calderoli, durante il comizio del Carroccio, ha tuonato contro le voci che vorrebbero Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani già con un accordo nel cassetto. Calderoli ha risposto al Pdl che “se toccano la legge elettorale per far fuori la Lega, vorrei ricordare loro che c’è anche piazzale Loreto” e ha contestato la leadership di Alfano in quanto siciliano. Dura la risposta di La Russa secondo cui la Lega “sta superando anche quel perimetro di interventi a cui ci aveva abituati”. A seguire la delegazione del Pdl varcherà la soglia dello studio di Pier Luigi Bersani a Montecitorio. Un confronto dagli esiti già scritti, secondo voci di Transatlatico, con Pdl e Pd primi firmatari di una nuova legge elettorale, che, come ha affermato lo stesso Berlusconi, “tagli terzi poli e le ali estreme” compresi proprio gli ex alleati. Secondo alcuni parlamentari Pdl e Pd sarebbero orientati verso un modello tedesco, per quanto riguarda il metodo di scelta dei parlamentari mentre la ripartizione dei seggi potrebbe ricalcare lo schema simile a quello spagnolo, in questo caso su base ‘pluriprovinciale’ senza recupero dei resti. Insomma questa opzione salverebbe Sel e Idv. Secondo fonti vicine al Pd, Bersani sta invece pensando ad una sorta di modello ungherese, con collegi uninominali, piccole liste ‘bloccate’ dai partiti e una soglia di sbarramento al 5%. Il Terzo polo, che rischia di essere spazzato via da un eventuale alleanza trasversale tra Pdl e Pd, punta invece su una nuova legge elettorale che preveda il proporzionale. Qualsiasi lingua parli la nuova legge elettorale, però, tutti i partiti hanno ben chiaro due aspetti, prima di mettersi intorno a un tavolo: l’appoggio a Mario Monti non deve mancare e occorre mantenere un forte sistema bipolare per garantire la sopravvivenza di partiti ritenuti dall’una e dall’altra parte strategici nell’ottica di future alleanze.
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