Ad Agnelli va fatta la riverenza: per l'idea, il coraggio, la determinazione con le quali ha reso possibile ciò che fino a un paio di settimane fa sembrava impossibile

Se sarà davvero un affare (tecnico, commerciale, sociale, eccetera eccetera) lo stabilirà la storia, come sempre. Cioè i risultati che Cristiano Ronaldo riuscirà a ottenere con e per la Juventus nelle prossime quattro stagioni.

Per adesso si possono certificare senza tema di smentita la dimensione elefantiaca del colpo realizzato dalla società bianconera, con a capo il presidente Andrea Agnelli e subito dopo il vicepresidente Pavel Nedved e il diesse Fabio Paratici; la portata economica della più ingente operazione mai realizzata da un club italiano; l'impatto mediatico sulla serie A, i cui diritti televisivi con CR7 avrebbero avuto un'impennata inestimabile di valore; infine la fibrillazione dell'intero mondo juventino che stenta a credere a ciò che invece sta accadendo. Anzi, è accaduto.

È un'estate indimenticabile, in effetti. Perché Ronaldo, il giocatore più forte del mondo assieme a Leo Messi, sposta: il conto economico e la valenza tecnica di una squadra già fortissima. Nel primo caso, la Juventus dovrà compensare l'esborso superiore ai 300 milioni di euro – tra cartellino e ingaggio – non solo attraverso la vendita delle magliette (per le quali esiste un mercato parallelo non ufficiale a quanto pare non gestibile) ma anche con altre iniziative di marketing legate al brand CR7. Nel secondo caso, sarà compito di Massimiliano Allegri trovare la collocazione migliore per il fuoriclasse portoghese al quale, crediamo, non verrà fatta fare troppa sala d'attesa come è successo invece a Dybala, Higuain e Douglas Costa.

Sistemare in campo Ronaldo non è proprio un esercizio complicato, semmai sarà difficile armonizzare la sua presenza con il resto della truppa. Ora è scontato, però, che all'allenatore livornese tutti chiedano l'ottavo scudetto e la Champions League. Con CR7 osare è possibile e sognare (quasi) un dovere aziendale. A questo punto sappiamo pure perché Allegri ha detto no a Florentino Perez per raccogliere l'eredità di Zinedine Zidane e perché ha più fiducia nella conquista della Champions League: la Juventus ha sfilato al Real Madrid il giocatore che di solito le sfilava il trofeo continentale, o con una rovesciata o con un rigore.

Non resta che celebrare il battesimo bianconero del Cristiano più famoso del mondo e cominciare una lunga, stordente stagione di passione per cuori forti. Ad Agnelli va fatta la riverenza: per l'idea, il coraggio, la determinazione con le quali ha reso possibile ciò che fino a un paio di settimane fa sembrava impossibile.
 

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