Il via libera è arrivato oggi quasi all'unanimità dall'assemblea che ha visto una partecipazione record degli investitori istituzionali
Intesa Sanpaolo archivia l'epoca del duale e adotta il modello di governance monistico. Il via libera è arrivato oggi quasi all'unanimità dall'assemblea dei soci, che ha visto una partecipazione record degli investitori istituzionali. A partire dall'assemblea del 27 aprile, consiglio di sorveglianza e di gestione saranno sostituiti da un unico cda che incorporerà le funzioni di controllo. Dai 28 componenti attuali dei due consigli, si passerà a un numero compreso tra 15 e 19 membri del nuovo board.
A nove anni dalla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi quella del nuovo statuto di Intesa Sanpaolo per il passaggio al monistico è "un'altra scelta da considerare antesignana, che imbocca una strada sin qui del tutto inesplorata in Italia", ha affermato il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, introducendo i lavori dell'assemblea. Bazoli ha voluto sottolineare comunque i meriti del duale, che ha saputo "risolvere con assoluta compattezza alcune situazioni di eccezionale emergenza che la banca ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni". Si cambia, ha detto il banchiere bresciano, per "arrivare ad affermarsi tra le migliori banche d'Europa, anche in relazione a questo parametro", ovvero la governance.
All'assemblea tenuta al grattacielo di Torino ha partecipato il 62,7% del capitale sociale. E tra i votanti il 39,1% rappresentava investitori istituzionali, mentre alle Fondazioni era attribuibile un 23,6%. Gli investitori istituzionali internazionali, che sono stati consultati dalla commissione governance, rappresentano ormai il 65% del capitale ed è chiara la loro soddisfazione per la scelta del modello di governo più utilizzato dalle grandi banche anglosassoni. "La scelta fatta si attaglia molto bene a che gli istituzionali stranieri si trovino più a loro agio", ha spiegato Bazoli. La Compagnia di San Paolo resta il primo socio, con il 9,34% del gruppo bancario, ed Ente Carifirenze e Fondazione Cariplo mantengono posizioni importanti. Ma anche in virtù degli accordi tra governo e Fondazioni, queste ultime tenderanno a perdere di peso gradulmente. Stando alle quote rilevanti aggiornate, il secondo azionista è già BlackRock con il 4,89%.
La cambio ha detto sì il 98,95% dei soci. "E' la prima volta che anche Marco Bava vota a favore", ha scherzato Bazoli, facendo riferimento al piccolo azionista che spesso ha animato le assemblee della banca e quelle di Fiat prima ed Fca poi. Il decano della finanza italiana ha dovuto difendersi da un altro piccolo socio che lo ha accusato di essere attaccato alla poltrona perché rimarrà 'presidente emerito' del gruppo anche dopo il rinnovo dei vertici. "Sono assolutamente tranquillo che non potrà essere messa in discussione la correttezza della mia lunga esperienza nel sistema bancario italiano", ha risposto.
Tra le ipotesi per la presidenza del cda, invece, c'è quella di Gian Maria Gros-Pietro, che attualmente presiede il cdg. "Io presidente? Dovete chiederlo ai soci, che si esprimeranno il 27 aprile", ha risposto ai giornalisti al termine dell'assemblea. "L'importante – ha sostenuto – è che il modello di governance sia largamente condiviso, i soci si troveranno a loro agio per esercitare le scelte che a loro spettano".
Il nuovo cda avrà una funzione di controllo interna, con un comitato di controllo sulla gestione affidato a membri stessi del cda. "E' un organismo nevralgico, sicuramente tra i più delicati e determinanti", ha detto Bazoli, che ha aggiunto che tra monistico e duale "ci sono molti aspetti di continuità, come il rapporto tra controllo e supervisione strategica".
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