I dati forniti dal ministero degli Interni. Funziona la politica di dialogo con la Libia e la stretta sulle Ong. Ma dove finiscono quelli che partono dall'Africa nera?

Calano gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste. Secondo i numeri diffusi dal ministero dell'Interno, nel giugno di quest'anno sono sbarcati 23.526 migranti, e in luglio 11.459. Molto meno rispetto all'anno scorso.

Nei primi giorni di agosto, gli arrivi sono stati 1.632. Nel 2016 vennero registrati 21.294 arrivi complessivi per agosto, 23.552 in luglio (più del doppio rispetto a quest'anno). Nel 2015 furono 22.846 a luglio e 22.610 ad agosto. Nel 2014 si registrarono 24.026 arrivi a luglio e 24.776 ad agosto. Anche se si considera il periodo che va da inizio anno fino ai primi di agosto, gli sbarchi del 2017 (96.845) sono inferiori a quelli del 2016 (100.328), sempre considerando il periodo che si chiude oggi, 9 agosto.

In tutto il 2016, invece, gli arrivi furono 181.436. Il codice per le ong e, più in generale, la strategia del Governo funziona, come hanno sostenuto lo stesso ministro degli Interni Marco Minniti e il premier Paolo Gentiloni? Per fare un confronto con l'anno scorso, bisognerà aspettare ancora qualche mese. Nel 2016, infatti, fu ottobre il mese in cui arrivarono più persone (27.384), superando i numeri di agosto e settembre.

Molti interessanti anche i dati sui porti più coinvolti dagli arrivi (Pozzallo con 9.431, Reggio Calabria con 7.182, Vibo Valentina con 5.848, Palermo con 5.786), nonché quelli relativi alla nazionalità. Qui bisogna partire da una premessa. Sul totale degli sbarcati finora (96.845), una larghissima fetta (23.357) non dichiara la propria nazionalità, o essa è in fase di accertamento. Detto questo il primo Paese rappresentato è la Nigeria (16.464) seguito – e questo particolare balza agli occhi – dal Bangladesh (8.692), i cui cittadini fanno certamente un luogo viaggio per arrivare fino alle coste nordafricane per poi sbarcare sulle nostre coste. Seguono Guinea (8.699), Costa d'Avorio (8.042), Mali (5.613), Eritrea (5.579), Gambia (5.497).

Ci sono infine i dati sulle relocation, cioé i migranti che dall'Italia vengono trasferiti in altri Paesi europei secondo i meccanismi concordati con la Commissione europea. La parte del leone, ovviamente, è della Germania (con 3.215 già ricollocati, 211 richieste già approvate e 750 richieste inviate in attesa di approvazione). Molto meno i trasferimenti verso la Francia (330 già avvenuti, 50 richieste in attesa di approvazione).

Dunque il ministero degli Interni può legittimamente affermare che la sua politica (dialogo con la Libia, lavoro sull'Europa e codice di comportamento per le Ong) funziona. Le stesse Ong, però, si pongono (e pongono) una domanda: è davvero diminuito il flusso dei migranti che partono dall'Africa nera? O i disperati stanno riempendo le carceri libiche in proporzioni mai viste prima?

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