di Giuseppe G. Colombo

Roma, 1 ago. (LaPresse) – Lo ius soli arriva in Parlamento. In sordina, ‘nascosto’ tra le vicende Rai e Azzollini, un disegno di legge, a firma della deputata Pd Marilena Fabbri, è stato annunciato in commissione Affari costituzionali alla Camera, dando di fatto il via a un iter che entrerà nel vivo a partire da settembre, dopo la pausa estiva.

La proposta, che punta a riunire i 29 progetti di legge che sono stati depositati dall’inizio della legislatura su questo tema, prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana per i minori stranieri che sono nati in Italia e per quelli che vi risiedono da alcuni anni a patto che siano soddisfatti alcuni requisiti.

Più nello specifico, il testo spiega che i bambini figli di stranieri che nascono in Italia possono ottenere la cittadinanza italiana se almeno uno dei due genitori è residente legalmente nel nostro Paese, senza interruzioni, da almeno cinque anni, antecedenti alla nascita. In alternativa la cittadinanza può essere concessa anche se uno dei due genitori stranieri è nato in Italia o vi risiede legalmente, senza interruzioni, da almeno un anno.

Per tutti i minori che non rientrano in questi requisiti e per coloro che arrivano in Italia senza aver compiuto 12 anni, la cittadinanza si può ottenere se si sono frequentati regolarmente, per almeno cinque anni e nel territorio nazionale, istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

Chi ha già compiuto 12 anni al momento dell’arrivo in Italia e fino alla maggiore età, invece, si vedrà conferita la cittadinanza solo dopo aver certificato una residenza legale di almeno sei anni e aver conseguito un titolo di studio al termine di un ciclo scolastico.

La formulazione proposta dal Pd apre di fatto la strada all’introduzione in Italia dello ius soli temperato, in linea con quello che è l’indirizzo del governo: lo scorso ottobre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lo definì “un fatto di civiltà”.

Il testo è appena approdato in Parlamento, ma già si registrano i primi attriti tra i partiti: la deputata di Forza Italia, Annagrazia Calabria, ha deciso di rinunciare al suo ruolo di correlatore, in disaccordo con il testo base che sarà al centro della prima valutazione della commissione Affari costituzionali di Montecitorio martedì prossimo. A settembre, dunque, si prospetta un nuovo fronte per il governo: a promettere battaglia, in primis, la Lega Nord.

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