"Io non sono una persona corrotta. Nella mia vita mi sono incontrato con Scarpellini forse 10 volte"
A Virginia Raggi "ho più volte manifestato la volontà di andare via sin dai primissimi giorni dal conferimento dell'incarico di vice capo di gabinetto". Così Raffaele Marra spiegava il 20 dicembre scorso la sua posizione in Campidoglio e, a suo dire, i dubbi, nell'interrogatorio di garanzia quattro giorni dopo esser stato arrestato con l'accusa di corruzione. In poche ore Marra era passato dall'essere considerato da Virginia Raggi la persona che conosceva meglio di chiunque altro il Campidoglio, tanto da cercargli un posto di rilievo nel suo staff nonostante le critiche feroci di una parte del del M5s, all'esser definito dalla sindaca, subito dopo l'arresto, "uno qualsiasi dei 24mila dipendenti del Comune".
"Volevo andare via", ribadisce Marra sottolineando che in più occasioni disse alla sindaca: "Non siete più in grado di tutelarmi? Me ne voglio andare, mettetemi in aspettativa". "Io sono entrato sollecitato, pregato, supplicato di rientrare dall'aspettativa perché di questo si è trattato – prosegue l'ex capo del personale del Campidoglio nel verbale dell'interrogatorio davanti al gip – Io non volevo rientrare e potete sentire il sindaco e vicesindaco se è vero quello che sto dicendo".
"Io non sono una persona corrotta, sono una persona perbene. Nella mia vita forse 10 volte mi sono incontrato con Scarpellini". "Nel 2016 penso di aver incontrato Scarpellini una o due volte. Diciamo che il rapporto avuto con lui – precisa Marra nell'interrogatorio davanti al gip – è un rapporto in cui nella vita ci saremo incontrati in sei anni forse dieci volte, dodici volte, lo potete verificare".
È fissato per il prossimo 25 maggio, davanti alla seconda sezione del Tribunale di Roma il processo all'ex capo del personale del Campidoglio e all'imprenditore Sergio Scarpellini, arrestati nel dicembre scorso con l'accusa di corruzione. Il rito immediato, chiesto dalla pm Barbara Zuin e dall'aggiunto Paolo Ielo, titolari dell'indagine, consente di saltare l'udienza preliminare portando il processo direttamente in aula.
Secondo gli inquirenti, Scarpellini avrebbe pagato a Marra alcuni immobili per corromperlo. I due sono finiti in manette il 16 dicembre scorso: Scarpellini è passato ai domiciliari dopo pochi giorni, mentre l'ex funzionario comunale è tuttora detenuto nel carcere di Regina Coeli. Secondo la procura, tra le 'regalie' di Scarpellini a Marra ci sarebbe il pagamento da parte dell'imprenditore di buona parte dell'appartamento nel quale Marra risiede, da lui acquistato nel 2013 dall'Enasarco, e per il quale Scarpellini avrebbe fornito oltre 367 mila euro. Marra è anche indagato in un'altra inchiesta, ancora aperta, nella quale risponde di abuso d'ufficio insieme alla sindaca Virginia Raggi (accusata anche di falso in atto pubblico) per la nomina del fratello, Renato Marra, a capo del dipartimento Turismo del Comune.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata