Palermo, 14 ott. (LaPresse) – Da questa mattina gli attivisti di Greenpeace protestano in maniera pacifica presso la piattaforma di estrazione di idrocarburi ‘Prezioso’ di Eni mediterranea idrocarburi, nel canale di Sicilia, al largo della costa di Licata (Agrigento). Con l’appoggio della nave Rainbow Warrior, a bordo di gommoni, una decina di attivisti ha scalato la piattaforma aprendo uno striscione di 120 metri quadri su cui è raffigurato il presidente del Consiglio Matteo Renzi che promette ‘Più trivelle per tutti’, accompagnato dalla richiesta di Greenpeace ‘Stop fossil, go renewable’.

Altri attivisti si trovano su una zattera di salvataggio gonfiabile che hanno ancorato alla piattaforma. Sulla zattera si leggono altri messaggi che chiedono di abbandonare le fonti fossili, fermare le trivelle e scegliere le energie rinnovabili. L’azione di Greenpeace è rivolta contro il decreto ‘Sblocca Italia’, che secondo l’associazione ambientalista “promuove una deregulation selvaggia delle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi a mare e rischia di tradursi in un vero e proprio ‘Sblocca trivelle'”.

“Il governo Renzi – si legge in una nota – vuole dare il via libera allo sfruttamento delle scarse riserve di petrolio presenti sotto i nostri fondali. Eppure l’Italia dovrebbe essere impegnata a guidare l’Unione verso obiettivi più ambiziosi di difesa del clima, puntando con decisione su fonti rinnovabili ed efficienza energetica e consegnando al passato le fonti fossili”.

“Siamo entrati in azione per contrastare una politica ‘fossile’ sballata – afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima dell’associazione – in controtendenza con ogni ragionevole scenario energetico e opposta a ogni strategia di valorizzazione delle vere risorse dell’Italia: il mare, il paesaggio, la biodiversità. Renzi è sulla strada sbagliata, e fin quando la percorrerà troverà sempre la forte opposizione di Greenpeace”.

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