Roma, 10 ott. (LaPresse) – “Adesso mi sento che ho compiuto la mia missione. Io dovrei essere nella chiesa invitato nella piena accettazione del mio orientamento sessuale e portato e formato ad essere sacerdote”. A dirlo è monsignor Krzysztof Charamsa, che appena una settimana fa ha fatto coming out, rivelando al mondo la propria omosessualità e presentando il suo compagno, proprio alla vigilia del Sinodo sulla famiglia. Charamsa è stato intervistato dalla trasmissione di Italia1 ‘OpenSpace’ che andrà in onda domani, domenica 11 ottobre, in prima serata. A spingerlo a raccontare la sua verità, dice, è stato “il bene dell’omosessualità. Non si può vivere nella chiusura senza aria e senza luce”, pertanto, “ho compiuto la mia missione”. Nessuno, precisa, lo ha mai minacciato o ricattato per fare in modo che non rivelasse la sua omosessualità, ma racconta di essere stato “profondamente formato in un senso di colpa, di peccato, di malattia”.


Charamsa spiega di conoscere altri omosessuali nell’ambiente ecclesiastico, ma di non sapere se abbiano o meno un compagno: “Non sono io a verificare le vite degli altri. Io ho fatto la mia apparizione della mia vita. Sono rimasto trasparente”. E alla Chiesa dice: “Aprite gli occhi per una parte che disprezzate. Questo Sinodo è su tutte le famiglie. Questa realtà non può aspettare più guardando i ritardi della nostra Chiesa”.


L’intervista di Italia1 verte poi sulla figura di Vladimir Luxuria, che vorrebbe proporlo come testimone del Gay Village. “Bene – risponde Charasma – sono onorato”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: