Roma, 6 ott. (LaPresse) – “Con questa sentenza la Corte di Giustizia Europea rimette al centro dell’agenda degli Stati il tema dei diritti fondamentali delle persone e la necessità che questi diritti, primo fra tutti la protezione dei dati, vengano tutelati anche nei confronti di chi li usa al di fuori dei confini europei”. Questo il primo commento di Antonello Soro, Presidente del Garante per la privacy, sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardo alla causa che ha visto contrapposti lo studente austriaco Maximillian Schrems e l’Autorità irlandese per la protezione dei dati in un caso relativo a Facebook.

“La Corte ha riaffermato con forza che non è ammissibile che il diritto fondamentale alla protezione dei dati, oggi sancito dalla Carta e dai Trattati UE, sia compromesso dall’esistenza di forme di sorveglianza e accesso del tutto indiscriminate da parte di autorità di Paesi terzi, che peraltro non rispettano l’ordinamento europeo sulla protezione dei dati. E’ importante peraltro sottolineare – continua Soro – che questa sentenza, insieme ai recenti pronunciamenti della giurisprudenza europea, conferma come la Corte intenda richiamare le istituzioni europee e gli Stati membri ad un rispetto reale e concreto dei principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue”.

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