E' stata proposta una distribuzione di 120 milioni o 0,635 euro per azione ordinaria

Ferrari chiude il 2016 8.014 unità consegnate, con un aumento di 350 unità (+4,6%). I ricavi netti sono cresciuti dell'8,8% (+9,4% a cambi costanti), attestandosi a 3,105 miliardi, adjusted Ebitda a 880 milioni, con un margine che si colloca attualmente al 28,3% (30% al netto delle coperture valutarie). L'adjusted Ebit è risutlati pari a 632 milioni, con un incremento del margine pari a 380 pbs a 20,4% (22,2% al netto delle coperture valutarie). L'utile netto adjusted è in aumento al 37,1% a 425 milioni, l'indebitamento industriale netto è in calo a 653 milioni. E' stata proposta una distribuzione di 120 milioni o 0,635 euro per azione ordinaria.

Il risultato delle vendite è stato trainato da una crescita del 5% delle vendite dei modelli a 8 cilindri (V8), in aumento del +4% le consegne dei modelli a 12 cilindri (V12). Tutte le regioni hanno fornito un contributo positivo. All'interno della regione Emea che ha registrato un'espansione dell'8%, Italia, Germania e Francia sono cresciute a doppia cifra. Il Resto della regione Asia Pacifico (APAC) è cresciuto del 3%, le Americhe hanno evidenziato un aumento del 2%, mentre le consegne nell'area Greater China sono aumentate solo del +1% per la decisione di Ferrari di concludere la collaborazione con l'attuale distributore di Hong Kong nel quarto trimestre 2016. I ricavi da Motori pari a 338 milioni in crescita del 55%, hanno evidenziato un considerevole incremento riconducibile principalmente alle forti vendite a Maserati e all'aumento dei ricavi generati dalla fornitura ad altri team di Formula 1. In rialzo anche i ricavi da sponsorizzazioni, proventi commerciali e relativi al marchio (Euro 488 milioni, +11%) grazie soprattutto al miglior posizionamento nelle classifiche del Campionato 2015 rispetto al 2014, all'aumento dei ricavi derivanti dalle sponsorizzazioni e al contributo positivo delle attività legate al marchio. Gli altri ricavi (99 milioni, -14%) hanno segnato una flessione dovuta prevalentemente al calo dei ricavi da attività collaterali, incluso il deconsolidamento del business europeo dei servizi finanziari. Per i dodici mesi il free cash flow industriale è stato pari a 280 milioni.
 

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