Più di così era difficile, sarebbe stato quasi impossibile

Li abbiamo portati ai calci di rigore, i campioni del mondo. Gia' questo dà il senso di quanto sia stata enorme la prestazione dell'Italia. E ci sono voluti nove penalty per stabilire che sarà la Germania ad andare in semifinale. Ci può essere rammarico, certo, ma non rabbia. Semmai solo orgoglio. Più di così era difficile, sarebbe stato quasi impossibile. Uscire dall'Europeo in questo modo fa male ma non umilia, tutti a testa alta. Altissima.

Non è stata una bella partita sotto il profilo spettacolare ma e' stata di un'intensità fuori dall'ordinario e di uno spessore tattico incredibile. Germania e Italia hanno giocato a pallone senza mai uscire dal contesto studiato in allenamento, a tratti con un atteggiamento speculare, come la difesa a tre e la densità a centrocampo, a tratti con un'attenzione morbosa a non concedere ne' spazi ne' uomini. Conte è stato bravissimo a circoscrivere il pericolo di Kroos, piazzato davanti alla sua retroguardia, e ad anestetizzare nel limite del possibile Ozil. Il ct ha anche accettato di perdere qualcosa in fase offensiva, con il pressing di Eder e Pellè alto ma non esasperato, però con i due attaccanti sempre obbligati a rinculare nella metà campo per fare densità. Parolo ha scimmiottato (bene) De Rossi, Giaccherini è stato per un po' la spina nel fianco dei tedeschi, come lo era stato dei belgi, Sturaro ha battagliato come doveva, Florenzi ha corso e rincorso.

Pure Loew, ad ogni modo, ha studiato bene la sfida contro gli azzurri, a cominciare dalla decisione di togliere all'inizio Draxler, che è stato un po' come confessare all'Europa unita una certa paura per l'Italia. Gli azzurri, infatti, sono stati sempre alla pari dei campioni del mondo, agganciati sulla solidità della difesa, il trio Barzagli-Bonucci-Chiellini. La Germania nel primo tempo è stata obbligata a muoversi per linee orizzontali, nel secondo l'uscita di Gomez l'ha penalizzata togliendole il punto di riferimento in avanti.
L'infortunio di Khedira dopo un quarto d'ora non ha giovato ai tedeschi, perché Schweinsteiger paga qualcosa rispetto allo juventino, non a caso sulla catena di sinistra la Nazionale ha provato a sfrondare. Ma nella ripresa è bastato che l'Italia si abbassasse di una decina di metri per dare campo e coraggio alla Germania, che ha preso il sopravvento, che ha segnato con Ozil e che ha sfiorato il raddoppio con Gomez non ci fosse stato quel sant'uomo di Buffon.

Ma la forza d'animo della Nazionale è pari alla passione del suo allenatore e dove non sono arrivati gli schemi è servito il cuore per agganciare il pareggio e per resistere. I supplementari sono stati una partita nella partita, vissuta solo sul filo dei nervi, dei crampi e della volonta'. Fino ai rigori.

 

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