Torino, 24 lug. (LaPresse) – Per le organizzazioni sindacali Cigl, Cisl e Uil di Casale Monferrato e per l’associazione familiari vittime amianto (Afeva) la decisione del gup Federica Bompieri di inviare gli atti alla Corte Costituzionale, interrompendo il processo a carico di Stephan Schmidheiny, “non corrisponde alla realtà tanto storica quanto processuale della vicenda”. Sindacati e associazione vittime contestano, in una nota, la validità del principio ‘ne bis in idem’ (letteralmente non due volte per la medesima cosa): “Il procedimento conclusosi a novembre con la sentenza di Cassazione ha visto dichiarare prescritto il reato di disastro ambientale, seppure le cause e gli effetti del disastro siano ancora in corso, l’attuale procedimento riguarda, invece, la morte di centinaia di vittime della Eternit (lavoratori e cittadini)”.

“Vale la pena ricordare che la stessa Corte di Cassazione, all’indomani della sentenza aveva precisato che quel procedimento non riguardava i decessi delle persone ma appunto solo il disastro ambientale, non giungendo quindi ad un giudizio assolutorio”, precisano Cgil-Cisl-Uil e Afeva. “Pur non concordando con la decisione assunta oggi del gup, come dice il proverbio, a volte, non tutti i mali vengono per nuocere: questo periodo di sospensione del procedimento consentirà alla procura di presentare 94 nuovi casi, prevalentemente di cittadini di Casale, purtroppo deceduti di recente. Inoltre l’accoglimento della questione di legittimità costituzionale in questa fase evita che essa sia riproposta nelle fasi successive del procedimento; in altre parole si può sperare che una volta risolta questa questione di diritto il procedimento possa proseguire spedito senza interruzioni fino alla conclusione”. Infine, concludono: “Da parte nostra continueremo ad avere piena fiducia nella giustizia e nella lotta fin all’affermazione della verità”.

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