Secondo gli ultimi sondaggi, Moreno è in testa con circa il 28,5% delle intenzioni di voto

L'Ecuador è pronto a salutare l'epoca di Rafael Correa, una delle colonne del cosiddetto socialismo del XXI secolo, tra i presidenti più amati dell'America latina, che ha guidato il Paese dal 2007. Si tengono infatti oggi le elezioni presidenziali e legislative senza la sua candidatura. La campagna elettorale, durata 45 giorni, si è chiusa venerdì: il voto serve ad eleggere, oltre al capo di Stato, anche i 137 membri dell'Assemblea nazionale e cinque parlamentari andini. Gli elettori si esprimeranno inoltre su un quesito referendario lanciato su iniziativa del governo per cercare di proibire che le persone con incarichi pubblici detengano denaro o beni in paradisi fiscali.

Otto i candidati alla presidenza, con l'ipotesi ballottaggio (in programma il 2 aprile) se nessuno otterrà al primo turno la maggioranza assoluta. Vincitore diretto sarà anche il candidato in grado di ottenere il 40% dei voti ma con un distacco di almeno il 10% sul secondo. Questi i nomi: Lenin Moreno, del Frente Unidos nato da Alianza Pais di Rafael Correa, già vice capo di Stato tra il 2007 e il 2013; quindi Giullermo Lasso di Alianza por el Cambio, il principale esponente dell'opposizione di centrodestra; c'è poi il candidato populista Patricio Zuquilanda del Psp fondato dall'ex presidente Lucio Gutierrez; l'unica donna candidata, l'avvocatessa Cynthia Viteri, del Partito socialcristiano; gli indipendenti Ivan Espinel, Washington Pesantez e Abdala 'Dalo' Bucaram; il socialdemocratico Paco Moncayo. Secondo gli ultimi sondaggi, Moreno è in testa con circa il 28,5% delle intenzioni di voto, davanti a Viteri con il 20% e Lasso con poco più del 18%.

Il Consiglio nazionale elettorale è pronto al voto che sarà controllato da una serie di osservatori nazionali e internazionali, tra cui i membri dell'Organizzazione degli Stati americani, dell'Unasur (Unione delle nazioni sudamericane), dell'Assocazione mondiale degli organismi elettorali, dell'Unione interamericana degli organismi elettorali (Uniore) e del Parlamento latinoamericano. Inoltre, sono 94.494 i delegati dei gruppi politici nazionali che si sono iscritti per "accompagnare la giornata di voto e, in particolare, lo scrutinio".

Con i suoi 256.370 chilometri quadrati di superficie, l'Ecuador ha una popolazione di circa 16,2 milioni di abitanti. Il modello governativo fatto fiorire da Correa è diventato noto come 'Revolución Ciudadana', un modello di sinistra che punta all'eguaglianza, all'eliminazione della povertà e a un benessere sociale nel quale l'essere umano è al di sopra del capitale e vengono limitati gli estremi privilegi dei ricchi. In questo senso il governo negli ultimi anni ha lavorato molto per la creazione di istituti scolastici, ospedali pubblici, grandi infrastrutture stradali ed energetiche, cercando di ridurre la dipendenza dal petrolio. Da parte sua l'opposizione, molto divisa, ha l'obiettivo comune di mettere fine al 'correismo'. Tra le misure proposte dai vari candidati, attenzione alla creazione di posti di lavoro, alla lotta alla corruzione, alla guerra al narcotraffico, al sostegno alla libertà di espressione. In particolare Lasso punta sul taglio alle tasse, la creazione di un milione di posti di lavoro e l'abrogazione della contestata legge sui media. Viteri, invece, promette di costruire case per i poveri, esonerare dai debiti i contadini e attrarre più investimenti privati.

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