È mancato improvvisamente a Milano. Era nato a Trieste nel 1910. Ancora l'anno scorso aveva messo in mostra suoi dipinti recenti

Si è spento all'età di 107 anni il critico d'arte, filosofo e artista Gillo Dorfles. Era nato a Trieste il 12 aprile nel 1910 sotto il regno di Francesco Giuseppe, come aveva ricordato di recente in un'intervista, ma si destreggiava bene tra internet e smartphone. A renderlo noto è stato il nipote Piero, spiegando che le condizioni fisiche dell'artista erano peggiorate nelle ultime 24 ore. Quello con Milano, dove Dorfles si è spento nella mattinata, era un legame profondo e affettuoso, ricambiato dalla città che lo aveva insignito dell'Ambrogino d'Oro. "Milano mi ha insegnato cos'è la positività", diceva Dorfles, anche se ne vedeva i profondi mutamenti.

Tra i primi a esprimere il proprio cordoglio, è stato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. "Un uomo di cultura e un critico d'arte di fama internazionale – ha scritto su Facebook – Milano perde una figura fondamentale, a cui eravamo molto legati. Ora resta un grande vuoto, che tenteremo di colmare continuando ad amare l'arte nel modo in cui ci ha insegnato".

Attivo fino all'ultimo, proprio a Milano un anno fa aveva inaugurato la mostra "Vitriol. Disegni di Gillo Dorfles, 2016", dhe vedeva protagonista un personaggio immaginario, comparso per la prima volta in un dipinto del 2010 e al centro di una serie di disegni e di appunti realizzati nella seconda metà del 2016. "Attraverso la figurazione – spiegava Dorfles in occasione dell'inaugurazione alla Triennale, nel gennaio 2017 – molto spesso si riesce ad andare al di là della propria 'conoscenza cosciente', per approdare a una sorta di figurazione dell'inconscio". È stato professore di estetica alle università di Milano, Trieste e Cagliari e visiting professor in alcune importanti università americane e ha contribuito notevolmente a sviluppare il dibattito sull'estetica nel dopoguerra. Nel 1948 è stato tra i fondatori del Mac (Movimento per l'arte concreta).

Critico d'arte e a sua volta artista, è autore di numerose monografie su artisti di varie epoche, tra cui Bosch, Dürer, Feininger, Wols, Scialoja. È anche l'autore di volumi dedicati all'architettura e di un famoso saggio sul disegno industriale. Era accademico onorario di Brera, Fellow della World Academy of Art and Sciences, Dottore honoris causa del Politecnico di Milano e dell'Universitad Autonoma di Città del Messico, ha ricevuto tantissimi premi, dal Compasso d'oro dell'associazione per il design industriale (ADI) al Premio della critica internazionale di Girona, Matchette Award for Aesthetics. Nella sua lunga vita, Dorfles si è occupato praticamente di tutto, dalla medicina alla filosofia, dall'arte, all'architettura, dalla musica, alla moda. Da ragazzo frequentava la casa di Umberto Saba, era amico di Italo Svevo, con cui faceva gite sul Carso e giocava a bocce nelle osterie. Conosceva bene Eugenio Montale di cui era intimo e Lucio Fontana, che ha contribuito a lanciare. Frequentava Cesare Pavese e aveva discusso con Salvatore Quasimodo. Appassionato di architettura, conosceva bene anche grandi architetti come Frank Lloyd Wright e Renzo Piano. E soprattutto ha saputo attraversare con ironia e lucidità tutto il Novecento, testimone delle avventure artistiche, scientifiche, letterarie del nostro Paese.

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