Milano, 8 ott. (LaPresse) – Dieci anni fa, l’8 ottobre 2001, uno scontro tra un aereo di linea e un Cessna, sulla pista dell’aeroporto di Linate, causò la morte di 118 persone tra i passeggeri dei 2 veivoli, equipaggio e personale di terra. Un errore umano, non solo del pilota del Cessna, com’è stato ricordato in questi giorni, dagli addetti ai lavori. E’ stato il più grande incidente aereo della storia dell’aviazione civile italiana. Uno solo il sopravvissuto di quella sciagura, Pasquale Padovano, dipendente Sea, che racconta: “Ero appena entrato nel capannone. Stavo andando a prendere dei panini, come mi sono girato ho sentito un botto. Qua dentro l’orecchio ho un fischio da scoppio, è inguaribile. Come mi è arrivato il fuoco addosso, sono scappato via, sul viale Forlanini dove i finanzieri hanno finito di spegnermi. Poi sono salito sull’ambulanza, io non sono più riuscito a vedere niente ma ricordo che ha fatto inversione di marcia”.

“Dopo un anno e mezzo – continua – sono uscito dall’ospedale e sono andato a chiedere ai lettighieri: mi hanno detto che hanno dovuto tornare in aeroporto per intubarmi e mandarmi in ospedale con l’elisoccorso, altrimenti non arrivavo vivo a Niguarda, perchè mi si erano gonfiate tutte le vene perchè avevo un pezzo di lamiera dell’aereo”. Padovano indica la parte sinistra del collo, i movimenti ancora incerti. Quattro mesi e mezzo di coma, 63 operazioni in 10 anni e ce ne vorranno, almeno, una quindicina per tornare a essere “mezzo autonomo”, come dice lui. “Piano piano sono qua” e mostra le mani rattrappite, scarnificate, che cerca il più possibile di muovere con disinvoltura, per dare una parvenza di normalità a una vita che sa di miracolo: “come me, a livello mondiale non si è mai salvato nessuno. Sono i grandi ustionologi a dirlo. Io avevo l’85% del corpo ustionato e il terzo grado. Se vi faccio vedere il mio corpo, com’è conciato, è meglio di no”.

In questa tragedia, però, non si è mai sentito solo. L’azienda, la Sea, il ‘Comitato 8 ottobre 2001 – Per non dimenticare’, la gente comune, che lo ferma per strada, che gli chiede se può toccarlo, “però non devono piangere, perchè io non posso più vedere una persona soffrire che sto male”. L’orrore di quel giorno ha fatto nascere un comitato che si è battuto per la sicurezza negli aeroporti, oggi riconosciuto, per i suoi tecnici, a livello internazionale. Non solo, tutti gli enti aeroportuali, Sea, Enav ed Enac, hanno collaborato per aumentare i sistemi di sicurezza, investendo in tecnologie all’avanguardia, formazione e infrastrutture, facendo di Linate e Malpensa 2 degli scali migliori al mondo.

“A noi non interessa puntare il dito contro questo o quell’ente, a noi interessa che quello che è avvenuto 10 anni fa non avvenga mai più. A noi interessa che uno che prende l’aereo lo prenda con la massima tranquillità”, spiega Paolo Pettinaroli, presidente del ‘Comitato 8 ottobre 2001 – Per non dimenticare’. Per ricordare la strage di Linate, si è mosso anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inviando una lettera, al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, in cui ha ricordato le vittime della tragedia ma ha, anche, sottolineato come da una sciagura possa nascere l’occasione di lavorare per il bene comune, in questo caso per la sicurezza negli aeroporti.

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