Il cantante dei Linkin Park si è tolto la vita ieri impiccandosi. Ma è solo l'ultimo della lista di musicisti che hanno trovato nella morte l'unica soluzione ai loro problemi

Incapacità di gestire il successo, depressione, malattie, abusi sessuali. Questi i motivi che nel corso degli anni hanno portato tanti artisti a scegliere il suicidio come soluzione ai loro problemi, lasciando il vuoto nei cuori di familiari, compagni di band e fan. Ultimo della lista Chester Bennington dei Linkin Park, trovato morto ieri nella sua casa di Palos Verdes Estates nella contea di Los Angeles. Il cantante, secondo quanto riportano i media locali, si sarebbe impiccato, forse perché non riusciva a superare il trauma degli abusi subiti da piccolo.

Prima di lui si sono tolti la vita grandi nomi della musica come Chris Cornell, Kurt Cobain, Ian Curtis, Keith Emerson. Morti ufficialmente per overdose, ma comunque dilaniati dalla depressione, Amy Winehouse e Layne Staley, frontman degli Alice in Chains. Loro, come tanti altri, avevano bisogno di fuggire dai problemi, di volare in un'altra dimensione per trovare la serenità, e droga e alcol erano la 'terapia' giusta. Terapia che inevitabilmente finiva per diventare malattia e, infine, morte.

CHRIS CORNELL – Chris Cornell, voce dei Soundgarden e degli Audioslave, si è suicidato impiccandosi il 18 maggio di quest'anno. Proprio nel giorno in cui è scomparso Chester, avrebbe compiuto 53 anni. I due erano molto legati e al funerale di Chris il leader dei Linkin Park aveva cantato in suo onore un'emozionante versione di 'Halleluja' di Leonard Cohen. Cornell in un'intervista a Rolling Stone parlava così dei suoi momenti di sofferenza interiore: "Non importa quanto tu sia felice, ci sono giorni in cui ti svegli e senza nessun motivo specifico ti ritrovi in una dimensione oscura, e lì rimani".

KEITH EMERSON – La notte tra il 10 e l'11 marzo 2016 si è ucciso con un colpo alla testa Keith Noel Emerson, fondatore degli Emerson, Lake & Palmer. Il tastierista e compositore era entrato nel tunnel della depressione a causa della malattia alla mano destra, che gli impediva di fare quello che più amava, suonare.

KURT COBAIN – Tra i suicidi più tristemente famosi c'è quello di Kurt Cobain: il frontman dei Nirvana si è tolto la vita il 5 aprile 1994 con un colpo di fucile nella sua casa di Seattle. In una lettera, il suo ultimo flusso di coscienza, in cui sono racchiusi i motivi del suo gesto: "Io non provo più emozioni nell'ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole". E ancora: "A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco". Poi la conclusione: "Ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente".

IAN CURTIS – Altra figura tormentata, costantemente in preda ai morsi di depressione e solitudine, era Ian Curtis, voce dei Joy Division. Si è impiccato il 18 maggio 1980, travolto dal peso della sua malattia (soffriva di epilessia fotosensibile) e dal divorzio con la moglie Deborah. Aveva solo 23 anni.

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