Dopo gli attacchi di Bruxelles parla Salvatore Infantino, uno dei più grandi esperti italiani di esplosivi

Mentre parla c'è l'ennesimo allarme per uno zaino sospetto all'aeroporto di Fiumicino. Lui è Salvatore Infantino, comanda gli artificieri dell'Arma di Roma ed è considerato uno dei più grandi esperti italiani in materia di esplosivo. In questo momento, più che mai, lui e i suo uomini sono in prima linea "per poter offrire la sicurezza necessaria ed evitare le stragi". Vengono allertati, intervengono, rendono innocuo l'oggetto sospetto e poi tornano al loro basso profilo perché "troppa pubblicità non ci giova". "Noi parliamo poco della nostra squadra – dice Infantino – primo perché non vogliamo essere riconosciuti e poi perché non vorremmo mai che gli elogi possano essere letti come una provocazione nei confronti di schegge impazzite".

Il suo organico è di 14 persone ma gli artificieri effettivi sono 9. "Noi non siamo reperibili ma immediatamente operativi", sottolinea il militare che però ci tiene a fare una raccomandazione ai giornalisti: "Non chiamate artificiere l'attentatore di Parigi e Bruxelles, noi salviamo vite, loro seminano morte. In questo modo ci tolgono dignità, nome e onore". L'artificiere è una figura tecnica preposta ad effettuare la bonifica degli ordigni esplosivi. "Siamo costantemente aggiornati sui nuovi sistemi – facciamo corsi di alta specializzazione e poi abbiamo fatto un giuramento: primis in periculo".

Negli ultimi mesi gli artificieri dell'Arma sono stati sottoposti a molte pressioni. "C'è stato – racconta Infantino – solo su Roma almeno un intervento al giorno". Un fitto cronoprogramma scandisce l'azione. Arriva la telefonata dell'allarme, una squadra operativa è sempre pronta e quindi parte. Si 'cintura' l'area e in caso di bomba da dissinnescare si allarga la zona di sgombero, si chiudono i negozi e si stacca il gas "per ridurre al minimo i rischi". Ad agire con gli uomini anche un robot di ultima generazione che, se in situazioni comode, agisce al posto del militare che indossa sempre e comunque una tuta antiesplosivo. Si disattiva l'ordigno "che per noi non è mai innocuo".
Infantino ha un pensiero anche per i colleghi di Bruxelles. "Si sono trovati davanti a un effetto sorpresa – dice – davanti al kamikaze o alla scheggia impazzita anche il più bravo artificiere è impotente". "La sorpresa- specifica – castiga ed è subdola". Poi parlando delle competenze e delle conoscenze dei terroristi dice: "Non li definirei professionisti. Sono piuttosto autodidatta, hanno una buona conoscenza di ordigni ed esplosivi. La loro preparazione, però, non è militare.
Si informano dal web e poi non si pongono molti problemi sui rischi: loro si immolano e mettono in conto anche di saltare in aria durante la preparazione".
 

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