L'indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,49%

Piazza Affari ha chiuso in ribasso una seduta dominata dall'estrema volatilità delle quotazioni del petrolio. I ministri di Arabia Saudita, Russia, Qatar e Venezuela hanno deciso di congelare la produzione di petrolio sui livelli di gennaio. L'incontro di Doha non ha però portato ad un taglio della produzione. Domani il ministro petrolifero venezuelano dovrebbe recarsi a Teheran per incontrare i relativi ministri dell'Iran e dell'Iraq. L'Iraq sta producendo a livelli record, mentre l'Iran ha intenzione di aumentare l'output di molto nel 2016 dopo la rimozione delle sanzioni. Dopo il weekend lungo Wall Street sta viaggiando in rialzo e Patrick Harker, presidente della Fed di Philadelphia, ha dichiarato che i livelli d'inflazione dovrebbero favorire un ritardo nei prossimi rialzi dei tassi.

In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,49% a 16.957 punti. Nel comparto bancario gli acquisti sono piovuti su Mps, che ha mostrato un balzo del 12,06% a 0,562 euro, e sulle popolari: Banco Popolare ha guadagnato il 3,44% a 7,975 euro, Ubi Banca il 5,05% a 3,498 euro, Popolare dell'Emilia Romagna il 4,86% a 4,834 euro. Scivolone di Telecom Italia (-6,45% a 0,82 euro) che ha reagito male ai riscontri 2015 diffusi questa mattina insieme al nuovo piano strategico 2016-2018. Telecom Italia ha chiuso il 2015 con ricavi consolidati preliminari a 19,7 miliardi di euro, in calo dell'8,6% rispetto all'esercizio 2014. Sotto le attese l'Ebitda che nel 2015 si è attestato a 7 miliardi di euro, in calo del 20,7% rispetto al 2014 e con un'incidenza sui ricavi del 35,5% (40,7% nell'esercizio 2014). Il consensus degli analisti era per un Ebitda a quota 7,5 miliardi. Il nuovo piano al 2018 vede investimenti per quasi 12 miliardi in Italia. Il rapporto debito/Ebitda dovrebbe scendere al di sotto di 3x a fine piano nel 2018.

Settore petrolifero a due velocità: Eni ha perso lo 0,75% a 11,85 euro, mentre Saipem è avanzata dell'1,98% a 0,309 euro facendo sapere di aver concluso in anticipo l'offerta dei diritti di opzione legati all'aumento di capitale non esercitati. In rosso Fca (-1,59% a 5,585 euro) nonostante a gennaio in Europa abbia venduto  il 14,9% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A livello geografico le immatricolazioni sono aumentate in quasi tutti i principali Paesi europei, in particolare in Italia (+19,7%) e in Spagna (+18,7%). In crescita tutti i marchi del gruppo Fca: Jeep ha segnato un +32,6%, Fiat e Alfa Romeo +13,9%, Lancia +2,3%.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: