Le autorità americane stanno cercando di capire se abbia agito da solo

Le autorità americane stanno cercando di capire se Ahmad Khan Rahami, il 28 afghano ritenuto responsabile per le bombe di New York e il New Jersey abbia agito da solo o abbia avuto un aiuto. La polizia di New York non ha ancora avuto l'autorizzazione dei medici per parlare con Rahami, che si trova in ospedale dopo essere stato ferito nello scontro a fuoco nato con gli agenti al momento dell'arresto. Nel frattempo però l'Fbi ha diramato le immagini di due uomini che a New York, secondo quanto si vede dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, presero una borsa con all'interno la pentola a pressione concepita come ordigno, lasciandola sulla strada nel quartiere Chelsea di Manhattan sabato sera. Si tratta dell'ordigno che non esplose. Si ritiene che la bomba fosse stata lasciata dal 28enne Ahmad Khan Rahami. Per questo, hanno spiegato dall'Fbi, non sono sospettati, ma gli inquirenti vogliono ascoltarli come testimoni.

"Stiamo seguendo la pista che Rahami abbia agito come un 'lupo solitario' ma stiamo mantenendo anche tutte le opzioni aperte", ha spiegato William Sweeney, responsabile Fbi a New York. Ma a far entrare nel mirino lo stesso Bureau è il New York Times che ha rivelato come già nel 2014 Rahami fosse stato segnalato agli investigatori. Secondo il quotidiano, furono gli uomini della dogana a insospettirsi e a decidere che servivano controlli maggiori  approfonditi sull'uomo, di ritorno dal Pakistan dove era stato per oltre un anno. Segnalarono Rahami al National Targeting Center, l'agenzia federale che valuta se una persona che entra negli Usa costituisce o meno una minaccia per la sicurezza. Una seconda segnalazione arrivò poi all'Fbi ma l'uomo fu comunque fatto rientrare negli Usa.

Un'altra segnalazione era poi arrivata dal padre, come già emerso: Mohammed Rahami disse alla polizia di sospettare che il figlio fosse un terrorista. Gli agenti federali indagarono ma non interrogarono mai Rahami e, interpellato una seconda volta, il padre ritrattò. Rahami è accusato di aver piazzato la bomba esplosa a Chelsea sabato sera, in cui sono rimaste ferite 29 persone, di aver lasciato un ordigno a Seaside Park, in New Jersey, poco prima di una gara podistica, e di aver fabbricato gli esplosivi trovati in uno zaino vicino alla stazione di Elizabeth, sempre in New Jersey. Le accuse a suo carico vanno dall'uso di armi di distruzione di massa a tentato omicidio.

Secondo i procuratori federali, Rahami, arrivato negli Stati Uniti a sette anni dall'Afghanistan e poi naturalizzato americano, si è avvicinato all'ideologia islamica radicale, chiedendo il martirio ed esprimendo indignazione per 'la macellazione' statunitense dei combattenti musulmani in Afghanistan, Iraq, Siria e Palestina. Gli inquirenti stanno anche analizzando la storia dei viaggi in Afghanistan e in Pakistan cercando prove che possano dimostrare una sua qualche radicalizzazione e un suo addestramento per la fabbricazione di bombe.
Sia il governo e sia fonti pro-talebani in Pakistan hanno fatto sapere di non essere a conoscenza del fatto che Rahami abbia incontrato persone importanti legate ai talebani o ad altri gruppi religiosi.

Di certo si sa che Rahami provava ammirazione per il defunto leader di al Qaeda, Osama Bin Laden, definito 'fratello' nelle pagine di un diario che il 28enne aveva con sè al momento dell'arresto e in cui si lodano anche le azioni del leader di al Qaeda nella Penisola Arabica, Anwar al-Awlaki, nato in America e ucciso nel 2011 in Yemen da un attacco con drone da parte degli Stati Uniti, e di Nidal Hasan, che uccise 13 persone nella base militare di Fort Hood, in Texas, nel 2009.

Nel frattempo, la moglie di Rahami, fuggita dagli Stati Uniti il giorno prima delle esplosioni, ha incontrato procuratori americani negli Emirati Arabi Uniti e ha deciso di collaborare.
 

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