Quindicesima edizione della kermesse dedicata all'architettura dal 28 maggio al 27 novembre

Periferie e stop archistar. Questa la ricetta della quindicesima Biennale di architettura di Venezia, dal titolo 'Reporting from the front', che si terrà dal 28 maggio al 27 novembre. "Passiamo da una biennale di architetti trattati come singoli artisti a una biennale del mondo dell'architettura", spiega il presidente Paolo Baratta, che definisce l'architettura "la più politica delle arti". E il richiamo alla politica è forte, proprio a partire dal tema centrale di questa mostra: le periferie urbane. "Se nel 900 abbiamo vinto la battaglia dei centri storici, la sfida per l'Italia di questo secolo sono le periferie", ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini alla presentazione dell'edizione 2016 al Mibact. 

Immediato il riferimento all'attualità, dal tema dell'integrazione ai nuovi pericoli del terrorismo. "C'è persino il rischio – interviene il presidente Baratta – di interpretare questa Biennale come troppo legata alla contingenza. So che il padiglione tedesco sarà dedicato ai problemi di natura urbanistica legati all'immigrazione". Sono 20 i progetti degli studi italiani, in cui si evidenzia il lavoro collettivo degli architetti che vi hanno partecipato, tra questi anche alcuni grandi nomi, come quello di Renzo Piano. "Non stiamo chiamando il girone degli emarginati per occupare il posto che era degli dei, per fortuna si scopre che anche i grandi architetti e le grandi archistar si stanno occupando di periferie urbane. D'altronde con la crisi non poteva essere altrimenti", taglia corto Baratta. 

Il direttore artistico Alejandro Aravena ha deciso di indagare la necessità di coniugare l'architettura con l'esigenza di una migliore qualità della vita delle persone. Per questo, "attraverso una procedura trasparente", il ministero dei Beni culturali e del turismo ha scelto in una rosa di dieci progetti il curatore 'TamAssociati', composto da Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso. 'Taking care – Progettare per il bene comune' è la proposta messa a punto dalla TamAssociati per il Padiglione Italia 2016. Il Mibact ha contribuito, oltre agli sponsor privati, alla realizzazione della mostra con 600mila euro. Quattrocentomila euro andranno al Padiglione Italia – di 1800 metri quadrati – per coprire parte dell'allestimento, l'altra parte sarà pagata dagli sponsor e con il ricavato di un crowfounding pubblico.

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