Torino, 3 feb. (LaPresse) – Togliere qualcosa a Inter e Milan come scherzo di Carnevale? Ai nerazzurri non leverei niente perché lo scudetto del 2006 era già nostro, al Milan la Champions del 2003″. Lo ha detto il presidente della Juventus Andrea Agnelli in una intervista esclusiva a ‘Studio Sport XXL – la top ten della settimana’, il magazine di Sport Mediaset curato da Giorgio Terruzzi. Il massimo dirigente bianconero parla a tutto campo e in particolare torna sull’ormai annosa questione di Calciopoli. “Lo scudetto del 2006 è una questione di giustizia, sono emersi fatti nuovi che hanno profondamente modificato quelli di 6 anni fa e perciò cercheremo di portare avanti le nostre convinzioni in ogni sede possibile. In quel periodo – dichiara Agnelli – nel suo lavoro Moggi era il più bravo di tutti, come lo fu Allodi in passato. Mentre Girando per me è stato un punto di riferimento, come un padre, e come tale c’erano affetti e conflittualità”.

Il figlio di Umberto Agnelli e nipote dell’Avvocato continua commentando la crescita della squadra rispetto alla passata stagione: “Chi ha cambiato alcuni dei nostri equilibri nell’ultimo anno è stato Barzagli. Del Neri aveva un compito difficilissimo, era l’inizio del rinnovamento; Conte invece lo conosco da 20 anni, è stata una scelta quasi naturale”. E descrive così lo stile Juventus: “La Juve per la mia famiglia è sempre stata una passione avvolgente, ma siamo più di cento e non so se tutti hanno una fede bianconera. Ad ogni modo vincere per noi non è importante, è l’unica cosa che conta, come diceva Boniperti. Lui e Del Piero rappresentano al cento per cento il dna Juve”. Agnelli continua con un pensiero sulla situazione del calcio in Italia: “Dieci anni fa i grandi club italiani avevano gli stessi fatturati dei grandi club europei, oggi per colmare il gap tra noi e loro servirebbe un lasso di tempo tra i 5 e gli 8 anni”.

“Nel nostro calcio – prosegue Agnelli – ci sono tre cose vecchie: gli stadi, i diritti televisivi e la protezione dei marchi. Occorrono riforme. Sulla politica sportiva il Milan resta il nostro migliore alleato, sul campo il rivale più temibile. Ho chiesto alla Ferrari i contratti dei piloti di Formula 1 per applicarli al calcio. Un ritorno a Maranello? Sto bene dove sto”. Infine, il presidente bianconero dichiara: “Il derby mi piace, ma vorrei un Torino forte che desse a quella sfida un’importanza di classifica ben al di là della rivalità cittadina. Chi è il campione bianconero che preferisco? Montero, le figure ideali Torricelli e Nedved. Di chi sento la mancanza? Di mio fratello Giovanni”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata