Se questa tendenza dovesse persistere, nel 2030 sarebbero 3,5 milioni i nuovi casi di adolescenti colpiti da Hiv

Un'emergenza che non accenna a placarsi, nonostante i progressi fatti nelle cure, e che fa ogni anno migliaia di vittime. Nel 2016, 120.000 bambini sotto i 14 anni sono morti per cause legate all'Aids, e ogni ora 18 bambini sono colpiti da Hiv.

È l'allarme lanciato dall'Unicef in occasione della Giornata mondiale contro la malattia istituita nel 1988 e che da allora si celebra ogni anno l'1 dicembre. Secondo le proiezioni dello Statistical Update on Children and Aids 2017 curato dall'organizzazione, se questa tendenza dovesse persistere, nel 2030 sarebbero 3,5 milioni i nuovi casi di adolescenti colpiti da Hiv.

"È inaccettabile che continuiamo a vedere così tanti bambini morire di Aids e che facciamo così pochi progressi per proteggere gli adolescenti da nuove infezioni da Hiv", denuncia Chewe Luo, responsabile dell'Unicef per l'Hiv, "la diffusione dell'Aids non è finita; continua a essere una minaccia per le vite dei bambini e dei giovani. Si può e si deve fare di più per prevenirla".

Un'analisi demografica dell'Unicef sulle tendenze e nuovi dati sull'Hiv rivela che gli obiettivi fissati nel piano 2020 Super-Fast-Track, sviluppato nel 2016 per porre fine all'Aids fra i bambini, non saranno raggiunti. Sono stati compiuti dei progressi nella lotta alla malattia, soprattutto nella prevenzione della trasmissione dell'Hiv madre-figlio. Dal 2000 si sono evitati circa 2 milioni di nuovi casi fra i bambini, ma questi progressi, è il monito del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, non devono portare a un atteggiamento di indifferenza, visto che lo Statistical Update sottolinea che i bambini con 4 anni o meno con Hiv affrontano un maggiore rischio di morte legata all'Aids rispetto agli altri gruppi di età. Il controllo e la cura pediatrica dell'Hiv sono indietro: solo il 43% dei bambini esposti al virus riceve controlli durante i primi due mesi di vita, come raccomandato, e la stessa percentuale di bambini col virus riceve cure antiretrovirali salvavita.

Secondo l'Unicef, i progressi compiuti per prevenire nuovi casi di Hiv fra gli adolescenti e migliorare il controllo e la cura sono "inaccettabilmente lenti". Solo nel 2016, 55mila adolescenti di 10-19 anni sono morti per cause legate all'Aids, il 91% dei quali in Africa subsahariana. I dati rivelano inoltre una disparità di genere preoccupante: per ogni cinque maschi adolescenti che convivono col virus, sono sette le ragazze della stessa età. "Continuare con progressi così lenti significa giocare con le vite dei bambini e condannare le generazioni future a una vita con l'Hiv o l'Aids, che si poteva prevenire", rimarca Luo, "dobbiamo agire urgentemente per rafforzare i risultati raggiunti nei decenni passati". L'Unicef propone una strategia per ridurre il divario nella risposta all'Hiv: investire e utilizzare innovazioni emergenti come i test per l'autodiagnosi, le profilassi pre-esposizione e i nuovi farmaci pediatrici; rafforzare la capacità dei governi di raccolta di dati per il controllo e la cura; rendere prioritari gli interventi per le ragazze adolescenti in Africa subsahariana. "La diffusione dell'Aids – rimarca l'organizzazione – deve rimanere una preoccupazione globale per la salute pubblica. Bisogna adottare soluzioni innovative per accelerare i progressi nella prevenzione dell'Hiv fra i bambini e per assicurare a coloro che convivono con l'Hiv le cure di cui hanno bisogno".

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